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Il 5 dicembre del 1933 si chiudeva ufficialmente negli Stati Uniti l’esperienza del proibizionismo.
Tuttavia, a 75 anni esatti da quella data, il dibattito negli States e’ sempre aperto, ma coinvolge oggi la droga.
Quando alla fine del 1933 lo Utah ratifico’, assieme ad altri 35 stati, il 21esimo emendamento che poneva ufficialmente fine al bando dell’alcol negli Usa, era ormai chiaro alla gran parte degli americani il fallimento del proibizionismo nel ridurre il consumo di alcol e l’aumento, parallelamente, del suo smercio illegale.
Oggi, invece, si discute negli Usa se sia giusto o meno ammorbidire un altro proibizionismo, quello sulle droghe e il dibattito e’ rimbalzato sulle pagine del Wall Street Journal.
Ethan Nadelmann, a capo della Drug Policy Alliance – un’organizzazione americana no profit che punta ad una legislazione piu’ morbida sulla droga – sostiene che ‘la proibizione delle sostanze stupefacenti ha conseguenze enormi in America limitando, ad esempio, lo sviluppo di politiche sanitarie responsabili. Mi aspetto che Barack Obama promuova una intensa campagna di informazione in questo senso’.
A rispondere a Nadelmann e’ stato John Walter a capo dell’ufficio della Casa Bianca di Bush che coordina la politica nazionale sul controllo delle droghe. Secondo Walters ‘la politica del governo sulle droghe e’ stata un successo in questi anni’ portando ad un crollo del consumo tra i giovani e auspicando quindi che Obama continui sulla stessa linea.