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Il ‘Tribunale piu’ piccolo del mondo’, quello della Citta’ del Vaticano, invoca maggiore cooperazione internazionale per garantire piu’ sicurezza allo Stato pontificio, anche in relazione alle minacce terroristiche. E’ quanto ha affermato il promotore di giustizia Nicola Picardi -omologo al Procuratore Generale nell’ordinamento italiano- nella relazione tenuta ieri, alla presenza tra gli altri del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, per l’apertura dell’anno giudiziario 2008 del Tribunale vaticano.

‘In un mondo globalizzato, caratterizzato da una crescita esponenziale dei rapporti e degli scambi -ha detto Picardi-, le cause assumono una maggiore complessita’ e travalicano, sempre piu’ spesso, i confini statuali. Oggi non e’ possibile affrontare realisticamente il problema della giurisdizione senza tener conto dei vincoli di interdipendenza fra i sistemi giudiziari dei diversi Stati e senza un’efficace collaborazione tra le rispettive autorita’ giudiziarie’. Constatazione, questa, ‘tanto piu’ valida’ per un Tribunale come quello vaticano, che ha giurisdizione su uno Stato con caratteristiche di ‘enclave’ e su controversie per lo piu’ ‘transnazionali’.

Picardi ha voluto citare i casi della collaborazione con l’ex procuratore generale svizzero Carla del Ponte per dirimere la questione sulla competenza per il caso del duplice omicidio e suicidio in cui il 4 maggio 1998 persero la vita il comandante delle guardie svizzere Aloys Estermann, la moglie Gladys e il vice caporale Cedric Tornay. Altri casi di collaborazione internazionale hanno riguardato una truffa a carico di un cardinale scomparso, il caso di un professore universitario americano che sottrasse dalla Biblioteca Vaticana un manoscritto di Petrarca (poi recuperato e restaurato a spese del colpevole), e anche i rapporti con la Procura di Torino sulla rogatoria riguardante Igor Marini, coinvolto nella vicenda Telekom Serbia.
Picardi ha invitato quindi a ‘intraprendere la via delle convenzioni internazionali e degli accordi sull’assistenza giudiziaria internazionale che, quanto meno nel contesto europeo, appaiono oggi diretti a favorire i rapporti diretti fra i magistrati di diversi Stati ed il riconoscimento reciproco, se non addirittura, l’esecuzione dei rispettivi provvedimenti’.

La cooperazione internazionale, tra l’altro, ‘non puo’ limitarsi all’ambito processuale, ma dovrebbe estendersi sempre piu’ a quello informativo, investigativo e di polizia giudiziaria’, soprattutto perche’ ‘il fenomeno del terrorismo internazionale sembra richiedere forme nuove di cooperazione finalizzate al perfezionamento di misure a tutela della sicurezza’. A tale proposito, Picardi ha ricordato anche l’imminente adesione della Gendarmeria vaticana ad Interpol.
Per il resto il resoconto sull’attivita’ 2007 del Tribunale contiene numeri che non possono essere paragonati con la giustizia di altri paesi, specie l’Italia: la durata media delle cause civili e’ passata in un anno da 18,8 a soli 8,4 giorni, quella delle cause penali da 365 a 489,9 giorni, le istruttorie sommarie da 177,9 a 256,9 giorni. Il carico dei procedimenti e’ di 582 cause civili e 472 penali. Trattati in tutto 1.510 fascicoli, portati a termine 1.250.

Picardi ha poi sollecitato le autorita’ vaticane a emanare una legge speciale sulla droga poiche’ l’ordinamento penale del piccolo stato (basato sul codice Zanardelli del 1882) non prevede come reato il possesso e spaccio di stupefacenti: tanto che per la prima condanna inflitta in Vaticano – quattro mesi a un ex dipendente del Governatorato, trovato in possesso di 87 grammi di cocaina – e’ stato applicato l’art. 23 della ‘legge sulle fonti del diritto’, che prevede al massimo l’arresto a sei mesi, ‘sanzione del tutto inadeguata alla gravita’ del reato e non in linea con la legislazione degli altri Stati’.
Il Tribunale, pero’, ha sottolineato Picardi, ha evitato cosi’ ‘che una carenza legislativa potesse trasformare lo Stato della Citta’ del Vaticano in una zona franca per detentori e spacciatori di droghe’.
Alla cerimonia erano presenti per l’Italia il vice presidente della Consulta Giovanni Maria Flick, gli ex-presidenti Annibale Marini e Piero Alberto Capotosti, il prefetto di Roma Carlo Mosca, il capo della Dia Cosimo Sasso, e vari magistrati.