Nella giornata di oggi hanno preso il via, a Vienna, i lavori del “segmento ministeriale” della 62esima Commissione sulle Droghe delle Nazioni Unite, dove gli Stati membri presentano le proprie priorità in materia di “controllo mondiale delle droghe”.
Nel mantenere fede al suo quotidiano impegno sulla tematica, l’Associazione Luca Coscioni era presente con Marco Perduca, coordinatore di Science for Democracy, e Guido Long. “La delegazione italiana” ha sostenuto Perduca “non prevede la presenza di alcun Membro di governo, il che da una parte tranquillizza ma dall’altra meraviglia visto gli annunci dei ministri Salvini e Fontana relativamente all’inasprimento delle pene, anche per la mera detenzione di stupefacenti. Non esiste palcoscenico migliore delle Nazioni Unite per presentare questo cambiamento di approccio nei confronti delle “droghe“.
La sessione ministeriale, aperta dal video messaggio del Segretario Generale António Guterres, ha visto la partecipazione del Presidente Boliviano Evo Morales, del Ministro degli esteri Russo Sergej Lavrov e dei Ministri di Lituania, Repubblica Ceca, Singapore, Norvegia, Thailandia e Colombia.
“Il Documento, cui si è giunti in seguito ad intensi negoziati, ripete automaticamente formule diplomatiche che si contraddicono tra loro. È un contesto ristretto in cui non è possibile cantar vittoria – per via di leggi molto diverse tra loro in materia – ma in cui nessuno, soprattutto, si azzarda a criticare radicalmente l’impianto proibizionista, derivante dalle tre convenzioni ONU sugli stupefacenti.”
In conclusione, la dichiarazione politica finale:
- riafferma la centralità immodificabile delle tre Convenzioni ONU in materia di droghe, riconoscendo comunque una certa flessibilità nella loro applicazione;
- riconosce la necessità di promuovere politiche sulle droghe che si basino sul rispetto dei diritti umani, senza però condannare l’uso della pena di morte;
- promuove l’accesso alle medicine essenziali, alcune delle quali (come la morfina) prodotte con piante proibite. Nonostante ciò evidenzia la necessità di rafforzare i controlli per impedirne il commercio nel mercato “ricreativo”, compresa la cannabis che è sempre più prescrivibile per vari tipi di terapie.
“Vista la dimensione “di palcoscenico” di questo appuntamento e il fatto che non esistano risposte efficaci e utili a governare il fenomeno della droga – ha concluso l’ex senatore radicale – ci si sarebbe aspettati un intervento energetico neo-punizionista da parte del Ministro Lorenzo Fontana, ‘competente’ in materia. Evidentemente, si conferma il fatto che can che abbia non morde.”