Roma, 20/02/2009 – Il governo italiano avrebbe deciso di rompere il fronte europeo a Vienna che finora aveva difeso compattamente le politiche di riduzione del danno e la loro inclusione nella “dichiarazione politica” da sottoporre agli stati membri in occasione della valutazione decennale delle politiche sulle droghe dell’Onu.
È questa la denuncia dei senatori radicali eletti con il Pd, Marco Perduca e Donatella Poretti, i quali hanno presentato due interrogazioni parlamentari, al Ministro degli esteri e al Dipartimento delle politiche antidroga, «per ottenere chiarimenti circa i motivi che hanno fatto convocare la Quinta Conferenza nazionale sulle droghe a Trieste in concomitanza del segmento ministeriale della Commissione Onu sugli stupefacenti previsto a Vienna l’11 e 12 marzo, e per capire il perché la conferenza nazionale abbia escluso il Parlamento dal processo preparatorio e non preveda spazi di dibattito coi partecipanti».
In sostanza, Perduca e Poretti accusano il governo di boicottare la linea dell’Ue sul tema della riduzione del danno organizzando la Conferenza nazionale in contemporanea con la riunione di Vienna.
«Notizie informali relative ai negoziati a porte chiuse per la preparazione della 52esima Commissione Onu sugli stupefacenti – si legge in una delle due interrogazioni – vorrebbero la delegazione italiana opporsi alla presa di posizione consensuale dell’Unione europea relativamente alle politiche di cosiddetta riduzione del danno. Tale veto cancellerebbe non solo il lavoro di anni portato avanti in seno all’Unione europea nel tentativo di fondere approcci e esperienze diverse, ma indebolirebbe enormemente la crebilità dell’Ue in seno alle Nazioni Unite in materia di cura alle tossicomanie. Si chiede se tali anticipazioni corrispondano alla reale posizione tenuta dalla delegazione italiana durante i summenzionati negoziati e, se confermato, quali sarebbero le contro-proposte presentate dalla delegazione italiana e gli argomenti scientifici sui quali esse si appoggiano». Perduca e Poretti chiedono inoltre se non si ritenga opportuno «pur mantenendo una posizione scettica, non bloccare l’approccio basato sulle migliori pratiche ampiamente documentate negli altri stati membri dell’Ue».
L’inserimento di un riferimento esplicito alle politiche di riduzione del danno nella dichiarazione politica di Vienna è da settimane al centro di un’aspra contesa tra le delegazioni dell’Ue e la delegazione degli Stati Uniti, che ha portato le trattative a una situazione di stallo. Gli Stati Uniti in un comunicato ufficiale dell’incaricato d’affari Geoffrey Pyatt dichiarano di sostenere «i programmi di scambio siringhe» nell’ambito di una strategia complessiva per ridurre la trasmissione di Hiv/Aids ed altre malattie che si trasmettono attraverso il sangue» ma, si legge nel documento, «continuano a ritenere che l’espressione “riduzione del danno” sia ambigua». Secondo la diplomazia americana infatti «alcuni la interpretano in modo da includere pratiche che gli Stati Uniti non desiderano appoggiare». (m. i.)