Il sindaco di Amsterdam, Eberhard van der Laan, ha deciso di vietare ufficialmente il consumo di cannabis in tutte le scuole della città. E’ la prima città dell’Olanda, paese noto per la sua tolleranza verso l’uso delle droghe leggere, a prendere una simile decisione.
“Il sindaco ha annunciato che verrà emanato un divieto ufficiale contro il consumo di spinelli all’interno e nei pressi delle scuole di Amsterdam”, ha confermato il portavoce Iris Reshef, aggiungendo che il divieto entrerà in vigore dall’inizio dell’anno prossimo.
Sebbene la cannabis sia praticamente illegale e le droghe pesanti severamente vietate nei Paesi Bassi, il paese discrimina il possesso di meno di cinque grammi di erba dal 1976.
Nella maggior parte delle scuole di Amsterdam ci sono già delle regole interne contro il fumo, ha ammesso la portavoce del sindaco, Reshef. Con il nuovo divieto, gli insegnanti saranno però autorizzati a chiamare la polizia nel caso in cui gli studenti si rifiutino di obbedire al regolamento, ha aggiunto.
“Ciò potrà portare a una multa o anche ai lavori socialmente utili. Si tratta tuttavia di uno strumento-ultima risorsa”, ha spiegato, ricordando che norme simili sono già applicate in altre parti del paese, solo che Amsterdam è la prima città a ufficializzarle.
“Non possiamo che condividere questa importante decisione presa dal primo cittadino di Amsterdam, in una nazione come l’Olanda nota per la sua tolleranza verso l’uso delle droghe leggere. Per altro le informazioni giornalistiche danno conto del fatto che in caso di inottemperanza da parte degli studenti gli insegnanti saranno autorizzati a chiamare la polizia”. Cosi’ il Dipartimento Politiche antidroga interviene in merito alla notizia di queste ultime ore sul divieto emanato dal sindaco di Amsterdam, Eberhard van der Laan, di fumare cannabis nelle scuole.
“In un momento in cui – ha dichiarato Giovanni Serpelloni, capo del Dpa – la comunita’ scientifica internazionale sta mettendo in evidenza sempre piu’ evidenze scientifiche sulla neurotossicita’ e pericolosita’ della cannabis, questa decisione attuata da un paese orientato alla tolleranza verso ad un uso ricreazionale, dimostra come l’attenzione verso i minori e la loro tutela dai pericoli e dai danni derivanti dall’uso di cannabis, debba subire corsie diverse e parallele”. Per Serpelloni, “le evidenze scientifiche riguardanti l’incidenza dell’uso della cannabis sui giovani e sul loro rendimento scolastico avvalorano ancor piu’ la decisione presa dal sindaco di Amsterdam. Durante questi anni e’ stato fatto un danno enorme diffondendo una comunicazione distorta ed errata sull’idea che la cannabis non sia una droga pericolosa o addirittura sia il toccasana di moltissime patologie. In effetti non e’ cosi’, in quanto produce danni al cervello (e non solo visto l’aumento del rischio di cancro) ed in particolare alle importanti funzioni cognitive (alterazione della memorizzazione e dell’apprendimento, calo della motivazione, calo del quoziente intellettivo, alterazioni dell’attenzione e del coordinamento psicomotorio e dei tempi di reazione, ecc.) soprattutto nei ragazzi”.
I risultati degli studi e delle ricerche nel campo delle neuroscienze portati avanti anche dal Dipartimento ed effettuati sui giovani consumatori di cannabis, continua Serpelloni, “hanno messo in evidenza come il consumo di marijuana negli adolescenti crei un notevole danno anche alla fisiologica maturazione cerebrale sia a livello della corteccia cerebrale che della materia bianca. Ribadiamo quindi ancora una volta soprattutto ai ragazzi – conclude – che l’uso della cannabis e’ pericoloso ed e’ spesso il primo approccio e contatto con il mondo della droga e della criminalita’ organizzata e che non puo’ piu’ e non deve essere considerata un droga innocua. Voglio inoltre ricordare che ogni euro speso per acquistare droga, finanzia le mafie, le loro violenze e il terrorismo. Un fatto su cui alcuni ragazzi dovrebbero riflettere molto bene prima di dare i loro soldi alle organizzazioni criminali per soddisfare esigenze di divertimento sicuramente non primarie”.