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Lo scorso 25 agosto una sentenza della Corte suprema argentina ha stabilito che è incostituzionale punire un adulto per il consumo o il possesso di una modica quantità di marijuana se ciò non comporta rischi per altre persone, e se il consumo avviene “in privato”. I giudici della corte, che si sono espressi all’unanimità, hanno invitato il governo a combattere il narcotraffico e adottare misure a carattere sanitario, con politiche di informazione e prevenzione dirette in particolare ai gruppi più vulnerabili. La loro sentenza afferma il principio secondo cui “ciascun adulto è libero di decidere del proprio stile di vita senza che lo stato intervenga”. La corte non ha fissato un limite quantitativo per definire cosa si intenda per “modica quantità”.
La decisione ha annullato una sentenza del 2006, di un tribunale di grado inferiore, che aveva condannato alcuni consumatori alla pena detentiva perché trovati in possesso di spinelli.

“Il comportamenti in privato è legale, fintantoché non costituisce un chiaro pericolo” ha detto il presidente della corte suprema, Ricardo Lorenzetti.
Il capo di gabinetto argentino Anibal Fernandez si è detto favorevole a tenere i tossicodipendenti fuori del sistema penale, e ha dichiarato che la sentenza mette fine “alla politica repressiva inventata dall’amministrazione Nixon negli Usa, e successivamente adottata dai dittatori argentini, di imprigionare i consumatori come se fossero dei narcotrafficanti”. Fernandez ha inoltre dichiarato in una intervista radiofonica che il governo argentino intende portare avanti con convinzione la lotta ai grandi trafficanti.
La sentenza non riguarda solo la marijuana e cancella un articolo della legge argentina che si applicava al possesso per consumo personale di qualunque droga illecita.
La presidente Cristina Fernandez si è detta favorevole a cambiare la legislazione sulle droghe. Nel luglio 2008 aveva dichiarato: “non mi piace che un tossicodipendente sia condannato come se fosse un criminale. Da punire sono coloro che vendono la droga”.
Il governo intende ora presentare in parlamento una proposta di legge, probabilmente sulle linee di quella recentemente approvata in Messico. Secondo quanto dichiarato dal capo di gabinetto Anibal Fernandez, la proposta di legge dovrebbe essere pronta entro la fine dell’anno. Tuttavia i dettagli non sono stati ancora resi pubblici, e non è ancora chiaro, ad esempio, se i consumatori saranno costretti al trattamento per evitare il carcere.
A favore di un approccio più tollerante nei confronti delle politiche sulle droghe si era già espressa la Commissione latino-americana sulle droghe e la democrazia, un organismo indipendente costituito da 17 personalità di spicco – tra cui i tre ex presidenti Fernando Cardoso (Brasile), César Gaviria (Colombia) e Ernesto Zedillo (Messico), ma anche Mario Vargas Llosa e Paulo Coelho – in un rapporto dal titolo “Drugs and Democracy: Toward a Paradigm Shift”, che dichiarava fallita la “guerra alla droga” a lungo perseguita dalla casa Bianca.
Il 21 agosto scorso il parlamento messicano ha approvato una legge che depenalizza il consumo di modiche quantità di droghe illecite, compresa la marijuana, fissando delle soglie ben precise per ciascuna sostanza. Coloro che saranno trovati con piccole quantità di droga saranno “incoraggiati” a entrare in trattamento. La terza volta, tuttavia, il trattamento sarà obbligatorio.
Secondo la nuova legge appena approvata in Messico, la quantità massima tollerata di marijuana per uso personale è 5 grammi. Il limite è mezzo grammo per la cocaina; 50 milligrammi per l’eroina; 40 milligrammi per le metamfetamine; 0,015 milligrammi per l’Lsd.
Con l’approvazione della nuova legge, il Messico ha voluto sottolineare l’importanza di differenziare i consumatori dai narcotrafficanti. Da quando si è insediato il presidente Calderon, la polizia avrebbe effettuato 15.000 perquisizioni per possesso o smercio di piccoli quantitativi di droga, e 95.000 persone sono state arrestate, ma solo nel 12-15 per cento dei casi è stata formalizzata una accusa nei loro confronti. (m. i.)