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L’On. Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, nel commentare la Relazione al Parlamento ha fatto una affermazione molto grave per una carica istituzionale che ha anche le deleghe della politica sule droghe. Il Sottosegretario sulla base di indicatori non ben definiti “denuncia il fallimento di politiche rinunciatarie, riassunte nella politica della Riduzione del Danno” collegando tale “rinuncia” ai decessi attribuiti all’uso del metadone nell’ultimo decennio.

A parte la confusione tra l’uso del metadone e la Riduzione del Danno (RdD), ci sorprende che il Sottosegretario non ricordi che l’Italia ha approvato nel marzo scorso, all’ultima sessione della Commissione Droghe dell’ONU (CND), una risoluzione che pone proprio la RdD come strumento strategico per affrontare quella stessa “presunta” emergenza oppioidi sintetici (a partire dal fentanyl) più volte rilanciata dallo stesso Mantovano. Come non ricorda che essa è un Livello Essenziale d’Assistenza (LEA) dal 2017. E’ cioè espressione del diritto alla salute, non a caso ma in considerazione dell’efficacia per garantire la salute delle persone che usano droghe. Basterebbe scorrere gli innumerevoli documenti dell’Osservatorio Europeo sulle droghe (EMCDDA) dedicati all’efficacia degli interventi di RdD/LdR (Limitazione dei Rischi) realizzati in Europa e le raccomandazioni agli Stati di adottarli e stabilizzarli nelle politiche nazionali. Ma ancora più rilevanti sono le raccomandazioni delle Agenzie dell’ONU e dell’Unione Europea rivolte agli Stati per implementare la RdD come prospettiva di intervento più adeguata a rispondere alla complessità delle problematiche sociali e di salute dovute ai continui cambiamenti che si manifestano nei consumi di droghe nei contesti illegali.

Nel nostro paese da decenni si realizzano esperienze importanti di RdD/LdR che attualmente rappresentano le uniche modalità di azione sui modelli emergenti di consumo di droghe. Da quelli nei contesti ricreativi a quelli nei contesti più marginali che coinvolgono senza dimora, migranti, poveri e altri. Gli interventi, in una logica non stigmatizzante di tutela e promozione della salute, spaziano dalla prevenzione dell’overdose e delle patologie infettive, al sostegno delle competenze di conoscenza e gestione dei rischi, alla limitazione dei danni, al drug checking (analisi delle sostanze), sino all’offerta a bassa soglia di servizi di cura delle persone che vivono per strada. Interventi però non regolarizzati istituzionalmente e diffusi a macchia di leopardo, prevalentemente nel Nord d’Italia. L’ultima Conferenza Nazionale sulle droghe aveva valorizzato questo patrimonio con consensi da parte di orientamenti diversi, che riconobbero il valore universalistico della Riduzione del Danno. E recentemente la Rete ELIDE delle città per innovare le politiche sulle droghe ha assunto la riduzione del Danno come obiettivo prioritario da stabilizzare nel sistema sociosanitario e istituzionale italiano.

Vi è poi un ampio consenso sull’utilità del metadone nell’ambito di strategie di cura personalizzate che mirano a sostenere le persone a recuperare strategie di controllo e di autoregolazione sulla propria vita e la propria salute. Serve a ridimensionare l’uso di droghe, seguendo il modello dell’empowerment, e ha aiutato a mantenere bassa la prevalenza di overdose da eroina in Italia. Il metadone controllato non genera rischi in questo senso. I rischi li genera, come tutte le sostanze, quando circola nel mercato illegale in assenza di interventi di riduzione del danno. Ma in ogni caso le percentuali sono bassissime e solo uno sguardo criminalizzante, colpevolizzante e stigmatizzante può portare a considerazioni così poco fondate sulla realtà.

Ormai sono anni che le Relazioni al Parlamento, con tutti i limiti di rilevazioni che non prevedono approfondimenti con approcci qualitativi e di valutazione delle politiche governative, descrivono un fenomeno che presenta cambiamenti continui nei modelli e negli stili di consumo. Mutamenti non comprensibili con gli schemi patologici e incontrollabili con il sistema penale. Anzi, come da anni documenta il Libro Bianco sulle droghe, le carceri scoppiano prevalentemente a causa della legge sulle droghe e della mancanza di tutele sociali nei confronti della marginalità sociale. Ciò che emerge con chiarezza dalla Relazione al Parlamento è che questa complessità dei modelli di consumo di droghe non è gestibile con un sistema di servizi fermo agli anni ’90. Richiede innovazioni nei modelli di intervento, tipici della Riduzione del Danno e Limitazione dei rischi, in grado di intervenire con strategie differenziate e prospettive comuni sia nei contesti ricreativi e del divertimento giovanili che nei contesti più marginali, nelle strade, nelle piazze. Questo dicono le organizzazioni internazionali, come l’ONU e l’UE, questo dicono le organizzazioni della società civile, questo dicono le esperienze europee e italiane. Al contrario di quanto dice il Sottosegretario alla Presidenza Mantovano, è necessario e non più rinviabile dare attuazione al LEA Riduzione del Danno, attraverso un Atto di Indirizzo nazionale concordato tra la Conferenza Stato-Regioni e il Ministero della Sanità.

L’attacco alla Riduzione del Danno apre a una prospettiva politica pericolosa, resa ancor più grave se si tengono presenti i diversi provvedimenti dell’esecutivo: dal decreto antirave a quello Caivano, dalle modifiche al Codice della Strada sino al Disegno di Legge sicurezza, che sembra voler anche silenziare e reprimere qualunque espressione della voce dei detenuti all’interno delle carceri, e del dissenso e della critica sociale fuori.

Facciamo appello alle forze politiche e sindacali, alle città, alle realtà sociali che non si riconoscono in queste posizioni di rilancio e potenziamento di una strategia della “guerra alla droga” del Governo perché promuovano con tutti gli strumenti a loro disposizione e in tutti gli ambiti di azione specifiche iniziative volte a contrastare questi processi autoritari.

È necessario invece aprire processi di “pacificazione” di innovazione e cambiamento nelle politiche sulle droghe spostando l’orizzonte dalla repressione penale al governo e regolazione sociale del fenomeno, a partire dall’attuazione di normative innovative come i LEA RdD creando coalizioni permanenti tra i diversi attori, politici, sindacali, sociali e istituzionali per costruire insieme iniziative efficaci e diffuse.

Roma, 3 luglio 2024

Promotori: Forum Droghe, Antigone, CNCA, A Buon Diritto, LILA, ITARDD, Associazione Luca Coscioni, la Società della Ragione, ITANPUD, Isola di Arran, CGIL, LegacoopSociali, ARCI, Meglio Legale.

Hanno aderito: Associazione PLUS APS, Associazione ASA ODV, Associazione NPS (Network Persone Sieropositive) APS, Associazione I ragazzi della Panchina, Circolo Cultura Omosessuale Mario Mieli, Associazione NADIR, Associazione ARCIGAY, Arcobaleno AIDS ODV, FONDAZIONE Gruppo Abele, Associazione Milano Check Point.

Per adesioni: segreteria@forumdroghe.it

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