La distinzione fra la detenzione di droga ad uso personale da un lato, e a fini di spaccio e di traffico dall’altro, è, per opinione comune, una delle questioni più difficili e controverse che i legislatori e i policy maker devono affrontare. In genere, sono due le soluzioni adottate: l’introduzione di una “soglia” quantitativa o il cosiddetto “modello flessibile”.
Nel primo caso, si presume che quantità pre-definite di sostanza siano destinate all’uso personale; invece, nel modello flessibile (o sistema discrezionale) sono i giudici a stabilire se il possesso di droga sia da intendersi per uso personale o per spaccio, sulla base delle circostanze particolari.
Questo scritto ha lo scopo di esaminare i vantaggi e gli inconvenienti delle due diverse opzioni alla luce dell’esperienza italiana e se queste soluzioni siano davvero in grado di risolvere il problema.
Poiché nel contesto italiano la controversa questione della “soglia” è intrecciata al dibattito sulla criminalizzazione/decriminalizzazione (del consumo personale), sarà necessario esaminare gli sviluppi della legislazione sulla droga, soffermandosi in particolare sulla valutazione dell’attuale legge, approvata nel 2006.
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