Vincitore morale dell’ultimo Festival del cinema di Berlino, Traffic di Steven Soderbergh ha buone probabilità di rifarsi nell’imminente notte degli Oscar, dove corre per cinque statuette: miglior film, miglior regia, miglior montaggio, miglior sceneggiatura non originale e miglior attore non protagonista (Benicio Del Toro). È un bellissimo film, un film d’autore a dispetto del cast stellare e delle dimensioni da kolossal. A riprova che Soderbergh, anche quando lavora nel repertorio dei generi cinematografici, non si piega alle regole del racconto hollywoodiano: lo piega lui, piuttosto, al suo stile molto personale e riconoscibile.
Il soggetto è articolato su diverse storie parallele di guardie, ladri e droga (il "traffic" del titolo è il traffico di stupefacenti) che si svolgono parallele in diverse zone geografiche americane, ma collegate da una grossa operazione dell’antinarcotici. Il giudice Robert Wakefield (Michael Douglas) è chiamato dal Presidente a coordinare la lotta al narcotraffico, scopre che la figlia sedicenne è tossicodipendente, vive un suo personale calvario e infine, durante un discorso ufficiale alla stampa, rilascia dichiarazioni di sconcertante onestà.
Anche Helen (Catherine Zeta-Jones), bella ricca e in attesa di un pupo, ha un brusco risveglio quando suo marito Carlos (Steven Bauer) viene arrestato come barone della droga; arroccatasi in difesa della propria rispettabilità e del benessere cui non intende rinunciare, finirà per mostrarsi più spietata del coniuge. Poi ci sono i poliziotti: a San Diego, gli investigatori Montel Gordon (Don Cheadle) e Ray Castro trovano un testimone disposto a smontare il potente "cartello" Oberon; il messicano Javier (Del Toro) si batte oltreconfine con i narcotrafficanti, sventando pericoli e tentativi di corruzione (in cui si lascia coinvolgere, invece, il suo partner Manolo).
Utilizzando un piccolo esercito di star (ci sono anche Dennis Quaid, in una parte da fellone; Amy Irving, madre e moglie in ambasce; Albert Finney, Tomas Milian ecc.) senza lasciarsi mai prendere la mano, Soderbergh lavora ugualmente bene su tavoli diversi, dall’actionmovie al dramma familiare, dal poliziesco al film giudiziario. Racconta tutto con un montaggio serrato e si concede anche il lusso di dare al suo film un’originale cifra cromatica, colorando con dominanti diverse i diversi gruppi di sequenze: giallo per le desertiche calure messicane, blu per i quartieri metropolitani e per i palazzi del potere statunitensi.
TRAFFIC
Regia di STEVEN SODERBERGH
Con MICHAEL DOUGLAS, CATHERINE ZETA-JONES, BENICIO DEL TORO