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Questa FAQ aggiornata è tratta dal volume L’Onda Verde. La fine della Guerra alla Droga. di Leonardo Fiorentini, Officina di Hank, 2021.

La cannabis provoca i buchi nel cervello?

La cannabis ha sicuramente effetti psicoattivi, in particolare grazie alla presenza del THC, e non si possono certo escludere variazioni della funzionalità dei neuroni dovuta al suo uso. Ma da alcuni anni gli scienziati stanno cercando di trovare prova dei famosi “buchi del cervello” senza particolare successo[1]. In particolare, si è sempre temuto effetti a lungo termine nell’uso negli adolescenti, in particolare relativamente alle psicosi, che però studi recenti minimizzano rilevando che le “associazioni tra l’uso di cannabis e il funzionamento cognitivo negli studi trasversali su adolescenti e giovani adulti sono piccole e possono essere di dubbia rilevanza clinica per la maggior parte degli individui. Inoltre, l’astinenza di più di 72 ore diminuisce i deficit cognitivi associati all’uso di cannabis”[2]. Risultati simili sono stati ottenuti da altri studi effettuati su gemelli “discordanti” riguardo l’uso di cannabis: non è stata dimostrata riduzione del quoziente di intelligenza, danno alle funzioni esecutive o riduzione delle performance educative[3].

La Cannabis è una droga di passaggio?

La cannabis non è una sostanza ponte per consumi più pericolosi come quello dell’eroina. Il mantra proibizionista, oltre che essere perdente per logica, oggi lo è per scienza. Numerosi studi[4], confermati anche recentemente[5], hanno dimostrato che l’uso di cannabis non facilita il passaggio a sostanze più pericolose, anzi l’uso frequente lo inibisce[6]. Gli studi oggi dimostrano come la cannabis sia invece una potenziale sostanza di uscita dalle dipendenze, in particolare da oppioidi[7]. Nella pratica, secondo uno studio pubblicato nel 2014 su JAMA (Journal of the American Medical Association)[8] gli Stati che hanno legalizzato la cannabis terapeutica hanno un tasso medio annuo di mortalità da oppioidi inferiore del 24,8% rispetto agli Stati che non l’hanno regolamentata. L’unico reale collegamento fra sostanze che hanno usi personali e sociali differenti rimane il mercato illegale.

La legalizzazione banalizza la cannabis e porta al maggiore consumo di altre droghe?

La legalizzazione non banalizza la sostanza, anzi: permettendo un’informazione più chiara e diretta, questa viene percepita come maggiormente obiettiva e credibile. Prova ne è che la percezione del rischio sale, come in Uruguay. Non porta neanche ad un aumento del consumo di altre sostanze, al di là del mito della droga di passaggio, anzi lo previene, come ricordato sopra. Anche un altro studio pubblicato nel 2016 sull’American Journal of Public Health[9], ha esaminato gli incidenti stradali fatali in diciotto stati USA verificando che negli Stati che hanno leggi che permettono l’uso di marijuana medica si ha una riduzione significativa della positività agli oppioidi nei guidatori dai ventuno ai quarant’anni (e nessun aumento significativo degli incidenti rispetto agli altri Stati). Secondo un ulteriore studio pubblicato sempre su JAMA[10], negli stati USA che hanno legalizzato la cannabis terapeutica è stato rilevato un calo del 5,88% delle prescrizioni di oppiacei, che sale al 6,38% negli Stati che hanno legalizzato anche l’uso ludico. Health Affairs ha pubblicato nel 2016[11] un ulteriore studio che dimostra che l’impatto della legalizzazione della marijuana terapeutica è positivo sia sulla diminuzione di prescrizioni di oppioidi che sui bilanci del servizio sanitario USA. Analizzando i dati relativi a tutte le prescrizioni nell’ambito del programma Medicare USA dal 2010 al 2013, i ricercatori hanno verificato come l’uso dei farmaci di cui la marijuana è una valida alternativa clinica è fortemente diminuito negli stati dove è stata implementata la regolamentazione legale della cannabis terapeutica. La diminuzione di spesa per il programma Medicare e per i suoi iscritti è stata stimata nel 2013 in ben 165,2 milioni di dollari. In Colorado uno studio, sempre pubblicato sull’American Journal of Public Health[12], ha associato la legalizzazione della cannabis ad uso ricreativo e la diminuzione di morti connesse all’uso di oppiacei. I dati, confrontati con gli Stati vicini, sono significativi: non solo la curva di aumento tendenziale di morti si è arrestata in Colorado, ma ha cominciato a diminuire, almeno negli anni considerati nello studio del 2017. Infine, uno studio pubblicato nel 2021 sul British Medical Journal[13] ha riscontrato un’associazione inversa fra il numero dei dispensari di cannabis e i morti per oppioidi: secondo i ricercatori “un aumento da uno a due dispensari in una contea è associato a una riduzione stimata del 17% in tutti i tassi di mortalità correlata agli oppioidi” in particolare quelli da oppiodi sintetici come il fentanyl, che diminuiscono del 21%.

La cannabis di oggi è 10, 15, 20 volte più potente che negli anni Sessanta?

È indubbio che la cannabis oggi, grazie alle moderne tecniche di coltivazione indoor e alla selezione genetica, possa raggiungere percentuali superiori di THC rispetto ad anni fa. Ma non tutta quella che circola raggiunge questi picchi, che a loro volta sicuramente non sono aumentati decine di volte rispetto agli anni Sessanta. È una teoria che era già in voga negli anni Ottanta, ripresa nei Novanta ed ancora nei Duemila[14] che si basa sul fatto che il paragone viene fatto fra pochi campioni sequestrati dalla DEA negli anni Settanta e quelli raccolti a partire dagli anni Ottanta, più numerosi ed affidabili[15]. Ad esempio, uno studio italiano del 2012[16] rileva un aumento dei valori di THC (che mai superano il 20%) rispetto agli anni Settanta, ma la meta-analisi citata si riferisce per quegli anni ad un numero esiguo di campioni, ventotto nel 1970, quindici nel 1971 (peraltro stoccati e analizzati con le metodologie di allora) contro i 2752 del 2008. Le percentuali medie di THC nei fiori sequestrati, quindi circolanti nel mercato, e riportate nella relazione annuale del Dipartimento Antidroga del 2020 riferita ai dati del 2019, sono più o meno stabili da molti anni intorno al 10%. Sono livelli paragonabili a quelli di uno studio[17] che intorno al 1975 riportava un dato oscillante dal 1% al 14%.

La legalizzazione aumenta i consumi?

È certo un aumento nel breve periodo, dovuto probabilmente più che alla disponibilità della sostanza in canali legali, all’effetto legalità che spinge le persone che usano sostanze ad uscire allo scoperto nei questionari che rilevano le prevalenze d’uso di sostanze che prima era illegale consumare. Ma nel medio e lungo periodo, anche grazie a politiche di prevenzione degli abusi e di promozione dell’autoregolazione e al divieto di pubblicità contenuto nella stragrande maggioranza delle normative sulla cannabis, il consumo si assesta, ed in alcuni casi diminuisce. Molto più semplicemente è difficile che la legislazione riesca a influire sui fenomeni sociali[18], che, come tali, si comportano e si muovono indipendentemente dalle norme giuridiche[19] (e dai confini nazionali). Lo dimostra anche qui l’esperienza olandese[20]. Peraltro, rispetto all’uso problematico (che è quello che dovrebbe preoccupare maggiormente) l’esperienza, anche italiana[21], sull’alcol dimostra che il contesto è più significativo rispetto alla prevalenza d’uso, e non è affatto detto che maggiori consumi determino aumenti di quelli problematici.

La legalizzazione aumenta il consumo di cannabis fra i più giovani?

I dati che provengono dagli Stati USA che hanno legalizzato, ma la stessa esperienza di tolleranza olandese, dimostrano che laddove è legale sia per uso terapeutico[22] che per uso ricreativo[23] i consumi di cannabis da parte degli adolescenti non aumentano, ma addirittura in molti casi diminuiscono[24]. Questi dati sono accompagnati anche dalla riduzione dei problemi comportamentali, tra cui risse, crimini contro la proprietà, uso di armi e spaccio di sostanze. I ricercatori hanno scoperto che le due tendenze sono collegate, in quanto i ragazzi, diventati meno “propensi” a seguire comportamenti sociali devianti (o avendo rimosso per via legislativa alcuni comportamenti dalla sfera della punibilità), hanno anche meno probabilità di cadere in problemi legati all’uso della marijuana[25]. Un articolo sui consumi dello Stato di Washington ha confermato una diminuzione, anche rilevante, dei consumi negli adolescenti, mentre rimangono stabili i consumi fra gli alunni dell’ultimo anno delle medie superiori (17-18enni). Nello specifico, per gli studenti della terza media inferiore (13-14 anni) la prevalenza cala dal 9.8% al 7,3% (-25%) e per quelli del secondo anno delle medie superiori dal 19,8% al 17,8% (-10%)[26]. Ulteriore conferma arriva da un team di ricercatori di quattro università USA che ha analizzato i dati provenienti dagli Youth Risk Behavior Surveys (YRBS) dal 1993 al 2017. Scrivono i ricercatori su JAMA Pediatrics: “coerentemente con i risultati dei precedenti studi, non vi sono prove che la legalizzazione della marijuana medica incoraggi l’uso della marijuana tra i giovani. Inoltre, le stime hanno mostrato che l’uso di cannabis tra i giovani può effettivamente diminuire (una media di -8% nell’uso sporadico, -9% nell’uso frequente, N.d.R.) dopo la legalizzazione a fini ricreativi. Quest’ultimo risultato è coerente con le scoperte di Dilley et al e con l’argomentazione che è più difficile per gli adolescenti ottenere marijuana poiché gli spacciatori vengono sostituiti da dispensari autorizzati che richiedono la prova dell’età”[27].

La legalizzazione fa aumentare il crimine?

Il mito che con la disponibilità legale di cannabis possano aumentare i reati è smentito dagli studi che via via si sono susseguiti a seguito delle prime legalizzazioni negli USA. Anzi, lasciando stare gli ovvi crolli per i reati legati direttamente alla sostanza ora legale, in particolare per i reati violenti si registrano sensibili diminuzioni. Per esempio, è stato rilevato come nei primi anni della legalizzazione nello Stato di Washington i reati siano tutti fondamentalmente diminuiti, in particolare gli stupri del 30% e i furti del 20%[28]. E questa diminuzione è più accentuata verso i confini. Ad esempio, gli stati USA al confine con il Messico che hanno legalizzato la cannabis ad uso terapeutico (e non ricreativo) hanno visto una diminuzione dei reati violenti in media del 13%, con punte del 15% in California e del 7% in Arizona[29].

La legalizzazione fa aumentare gli incidenti stradali?

L’incidentalità stradale non è stata influenzata dalla legalizzazione della cannabis. Lo dimostrano numerosi studi che hanno messo a confronto i livelli di incidenti negli Stati USA che hanno legalizzato l’uso ricreativo e terapeutico con quelli che non lo hanno fatto[30]. Gli autori di una recente metanalisi hanno concluso che “la dimensione dell’effetto generale per DUIC (guida sotto l’influenza della cannabis) sulle UTE (eventi di traffico sfavorevoli) non è statisticamente significativa[31] .

La legalizzazione aumenta i rischi di incidenti sul lavoro o diminuisce la produttività?

L’uso di cannabis nel tempo libero non è associato ad alcun aumento degli incidenti sul lavoro[32] e nemmeno a nessuna diminuzione della produttività al lavoro a differenza dell’uso prima o durante l’attività lavorativa[33]. Al contrario, negli Stati che hanno legalizzato l’uso della cannabis, da parte degli adulti si è rilevata una forte diminuzione delle richieste di risarcimento per infortuni sul lavoro (-20%), in particolare per i lavoratori più anziani. I ricercatori hanno anche osservato “un aumento dell’offerta di manodopera conseguente all’adozione delle RML (recreational marijuana laws, leggi sulla marijuana ricreativa), che è ulteriormente in linea con il miglioramento della capacità lavorativa tra gli anziani a seguito dell’adozione di RML”. [34]

La legalizzazione rende i quartieri più degradati?

L’apertura di luoghi per la vendita di cannabis legale non è collegata ad alcun aumento di crimine[35], che anzi diminuisce. Addirittura, del 19% in prossimità dei dispensari, secondo uno studio del 2019 su Denver[36]. Ulteriori studi hanno verificato l’opposto: in caso di chiusura di dispensari, il crimine aumenta[37]. I quartieri teatro di spaccio molto spesso sono il teatro di una svalutazione anche immobiliare: questo processo pare invertito in un regime legale, laddove la presenza di dispensari determina addirittura un maggior valore. Lo hanno verificato gli economisti in due diversi studi del 2017[38] e 2018[39] sul Colorado, che ha evidenziato un aumento di circa l’8% del valore delle case prossime ad un negozio. E ancora un team di economisti dell’Università dell’Oklahoma[40] ha identificato “un grande effetto positivo sul mercato immobiliare dopo la legalizzazione”. In particolare, ha riferito “un apprezzamento del 5% nei prezzi delle case a seguito del passaggio dell’RML (leggi sulla marijuana ricreativa) e un apprezzamento dell’11% una volta iniziate le vendite “. I servizi pubblici implementati a seguito delle nuove entrate fiscali derivanti dalla legalizzazione, e la stessa disponibilità di nuovi dispensari nelle vicinanze, considerate vere e proprie comodità commerciali al pari di un qualsiasi esercizio commerciale “creano effetti ampiamente positivi a seguito della legalizzazione della marijuana ricreativa”.

[1] V. anche F. Crestani, ‘I buchi nel cervello sono una bufala’, rubrica di “Fuoriluogo” su il manifesto, 16 maggio 2018. www.fuoriluogo.it/mappamondo/i-buchi-nel-cervello-sono-una-bufala.

[2] J. C. Scott, PhD; S. T. Slomiak, MD; J. D. Jones, PhD; et al.” Association of Cannabis with Cognitive Functioning in Adolescents and Young Adults A Systematic Review and Meta-analysis” in JAMA Psychiatry. 18 aprile 2018. doi:10.1001/jamapsychiatry.2018.0335.

[3] Mocrysz e coll., Psychopharmacol 2016, Jackson e coll. PNAS 2016, Meier e coll. Addiction 2018.

[4] V. L. Zimmer e P. Morgan, Marijuana. I miti e i fatti, Vallecchi, 2005, pp 67-74.

[5] V. C. Jorgensen, J. Wells, “Is marijuana really a gateway drug? A nationally representative test of the marijuana gateway hypothesis using a propensity score matching design”, J Exp Criminol (2021). https://doi.org/10.1007/s11292-021-09464-z.

[6] V. Reddon et al. “Cannabis use is associated with lower rates of initiation of injection drug use among street-involved youth: A longitudinal analysis”, in Drug Alcohol Rev. 2018 Mar; 37(3):421-428. doi: 10.1111/dar.12667. Epub 2018 Feb 12.

[7] V. Powel et al. “Do medical marijuana laws reduce addictions and deaths related to pain killers?” in Journal of Health Economics. Volume 58, March 2018, Pp. 29-42

[8] V. Bachhuber MA, Saloner B, Cunningham CO, Barry CL. “Medical Cannabis Laws and Opioid Analgesic Overdose Mortality in the United States”, 1999-2010. JAMA Intern Med. 2014 Oct;174(10):1668-73. doi: 10.1001/jamainternmed.2014.4005. Erratum in: JAMA Intern Med. 2014 Nov;174(11):1875. PMID: 25154332; PMCID: PMC 4392651.

[9] V. JH Kim, J. Santaella-Tenorio, C. Mauro, J. Wrobel, M. Cerdà, KM. Keyes, D. Hasin, SS. Martins, G. Li,“State Medical Marijuana Laws and the Prevalence of Opioids Detected Among Fatally Injured Drivers”, in Am J Public Health. 2016 Nov;106(11):2032-2037. doi: 10.2105/AJPH.2016.303426. Epub 2016 Sep 15. PMID: 27631755; PMCID: PMC5055785 https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27631755/

[10]V. H. Wen, PhD1; J. M. Hockenberry, PhD2, “Association of Medical and Adult-Use Marijuana Laws with Opioid Prescribing for Medicaid Enrollees” JAMA Intern Med. Pubblicato online il 2 aprile 2018. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29610827.

[11] V. AC. Bradford, WD. Bradford, “Medical Marijuana Laws Reduce Prescription Medication Use” in Medicare Part D. Health Aff (Millwood). 2016 Jul 1;35(7):1230-6. doi: 10.1377/hlthaff.2015.1661. PMID: 27385238. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27385238/.

[12] V. MD. Livingston, TE. Barnett, C. Delcher, AC. Wagenaar,“Recreational Cannabis Legalization and Opioid-Related Deaths in Colorado, 2000-2015”. Am J Public Health. 2017;107(11):1827-1829. doi:10.2105/AJPH.2017.304059.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5637677/.

[13] V. G. Hsu, B. Kovács “Association between county level cannabis dispensary counts and opioid related mortality rates in the United States: panel data study”, BMJ. 2021;372:m4957. Pubblicato il 27/01/2021. doi:10.1136/bmj.m4957.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7838036/

[14] V. anche L. Fiorentini, “Neanche la canapa è più quella di una volta”, V° Libro Bianco sulla Fini Giovanardi, 2014 pp. 55-57. https://www.fuoriluogo.it/wp-content/plugins/download-attachments/includes/download.php?id=15474.

[15] V. L. Zimmer e J.P. Morgan, Marijuana. I miti e i fatti, Vallecchi 2005, pp. 202-203.

[16]F. Cascini, C. Aiello &eG. Di Tanna, “Increasing Delta-9-Tetrahydrocannabinol (Δ-9-THC) Content in Herbal Cannabis Over Time: Systematic Review and Meta-Analysis”in National Library of Medicine. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22150622/

[17] V. D.C. Perry, “Street Drug Analysis and Drug Use Trends 1969-1975. Part II” in PharmChem Newsletter Vol. 6(4): 1-3.

[18] V. G. Zuffa, “Le molte strade della legalizzazione” in Leopoldo Grosso (a cura di) Questione Cannabis, Edizioni Gruppo Abele, 2018.

[19] V. P.D. Cohen e H.L.Kaal, The Irrelevance of Drug Policy. Patterns and Careers of Experienced Cannabis Use in the Population of Amsterdam, San Francisco, and Bremen, CEDRO, Università di Amsterdam, 2001.

[20] V. D.J. Korf, “Dutch Coffee Shops and Trends in Cannabis Use”. Addict Behav. 2002 Nov-Dec;27(6):851-66.

[21] F. Beccaria, “La conoscenza e la riceerca sociologica tra teoria e spendibilità dei servizi” in P. Ugolini (a cura di), Alcol e buon prassi sociologiche, Franco Angeli, Milano, p. 16.

[22] V. A.L. Sarvet , M.M. Wall, D.S. Fink, E. Greene, A. Le, A.E. Boustead, R.L. Pacula, K.M. Keyes, M. Cerdá, S. Galea, D.S. Hasin, “Medical Marijuana Laws and Adolescent Marijuana Use in the United States: A Systematic Review and Meta-Analysis” in Addiction, John Wiley & Sons Ltd on behalf of Society for the Study of Addiction, 2018.

[23] National Survey on Drug Use and Health: Comparison of 2013-2014 and 2014-2015 Population Percentages (50 States and the District of Columbia), Samhda, USA.

[24] National Survey on Drug Use and Health: Comparison of 2013-2014 and 2014-2015 Population Percentages. http://samhda.s3-us-gov-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/field-uploads/2k15StateFiles/NSDUHsaeShortTermCHG2015.htm.

  1. anche H. Bassi, “In Colorado diminuiscono adolescenti che usano cannabis” in Fuoriluogo.it, dicembre 2016. www.fuoriluogo.it/mappamondo/in-colorado-diminuiscono-adolescenti-ch,e-usano-cannabis

[25] R.A. Grucza, A. Agrawal, M.J. Krauss, J. Bongu, A.D. Plunk, P.A. Cavazos-Rehg, L.J. Bierut. “Declining Pevalence of Marijuana Use Disorders Among Adolescents in the United States, 2002 to 2013” in Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, vol. 55 (6). June 2016. http://dx.doi.org/10.1016/j.jaac.2016.04.002.

  1. anche “Marijuana: più Stati USA legalizzano, meno adolescenti consumano” in Fuoriluogo.it 26 maggio 2016 www.fuoriluogo.it/mappamondo/marijuana-meno-adolescenti-usa

[26] V. Dilley, Richardson, Kilmer et al. “Prevalence of Cannabis Use in Youths After Legalization in Washington State”. https://www.fuoriluogo.it/mappamondo/washington-diminuiscono-adolescenti-che-usano-cannabis/

[27] D. Mark Anderson, PhD; Benjamin Hansen, PhD; Daniel I. Rees, PhD; et al., “Association of Marijuana Laws With Teen Marijuana Use. New Estimates from the Youth Risk Behavior Surveys”. https://www.fuoriluogo.it/mappamondo/cannabis-adolescenti-legalizzazione-non-aumenta-consumi/

[28]V. D. Dragone, G. Prarolo, P. Vanin, G. Zanella “Recreational Cannabis Reduces Rapes and Thefts: Evidence from a Quasi-Experiment. Bologna: Dipartimento di Scienze economiche, 2016. DOI 10.6092/unibo/amsacta/5416. In Quaderni – Working Paper DSE (1078). ISSN 2282-6483.

[29]V. E.Gavrilova, T. Kamada, F. Zoutman, “Is Legal Pot Crippling Mexican Drug Trafficking Organisations? The Effect of Medical Marijuana Laws on US Crime” in https://doi.org/10.1111/ecoj.12521.

[30] V. J. D. Aydelotte et al. ‘Crash Fatality Rates After Recreational Marijuana Legalization in Washington and Colorado’ in American Journal of Public Health, agosto 2017..

[31] V. S. Hostiuc, A. Moldoveanu, I. Negoi, E. Drima. – “The Association of Unfavorable Traffic Events and Cannabis Usage: A Meta-Analysis” in Front Pharmacol, 2018. Feb 12;9:99. doi: 10.3389/fphar.2018.00099. eCollection 2018.

[32] V. J. C. Zhang, N. Carnide, L. Holness, P. Cram, “Cannabis use and work-related injuries: A cross-sectional analysis”, Occupational Medicine, 2020 https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33108459/
[33] V. B. Jeremy, H. Bernerth, J. Walker, Altered States or Much To Do About Nothing? A Study of When Cannabis Is Used In Relation To The Impact It Has On Performance, Group & Organizational Management, 2020.
https://journals.sagepub.com/doi/full/10.1177/1059601120917590

[34] V. R.Abouk, K.M. Ghimire, J. C. Maclean & D. Powell, “Does Marijuana Legalization Affect Work Capacity? Evidence from Workers’ Compensation Benefits”, National Bureau of Economic Research, 2021. https://www.nber.org/papers/w28471

[35] V. P. Hunt, R. Liccardo Pacula, G. Weinberger, High on Crime? Exploring the Effects of Marijuana Dispensary Laws on Crime in California Counties, IZA, Institute of Labor Economic, 2018, http://ftp.iza.org/dp11567.pdf.

[36] V. J. Brinkman, D. Mok-Lamme, “Not in my backyard? Not so fast. The effect of Marijuana Legalization on Neighborhood Crime”, Regional Science and Urban Economics, Volume 78, September 2019, 103460.

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S016604621830293X#!

[37] V. T.Y. Changa, M. Jacobson, “Going to pot? The impact of dispensary closures on crime”, Journal of Urban Economics, Volume 100, July 2017, Pages 120-136. https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0094119017300281

[38] V. J. Conklin, University of Georgia, M. Diop, University of Wisconsin-Madison, H. Li, California State University, Sacramento, “Contact High: The External Effects of Retail Marijuana Establishments on House Prices”, 30 agosto 2017.

https://wsbfiles.wsb.wisc.edu/digital/mdiop/intellcont_journal/contact_high_public-1.pdf

[39] V. J. Burkhardt, M. Flyr, “The Effect of Marijuana Dispensary Openings on Housing Prices”, in Contemporary Economic Policy, 29 Novembre 2018 https://doi.org/10.1111/coep.12414

[40] V. D. Kim, S. O’Connor & B. Norwood, Retail Marijuana Deregulation and Housing Prices June 9, 2020. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3537860.