Parlerò delle linee guida internazionali sui diritti umani e delle politiche sugli stupefacenti. Vorrei parlare del perché delle linee guida e del processo di stesura, del contenuto e poi dell’attuazione.
Devo dire che per oltre trent’anni vari organi delle Nazioni Unite hanno affermato che bisognava lottare contro il problema mondiale degli stupefacenti in conformità con i diritti umani, ma non c’era chiarezza su cosa questo volesse dire; le linee guida internazionali sui diritti umani e il controllo delle droghe sono il risultato di un processo partecipativo di tre anni avvenuto grazie al lavoro di una coalizione della società civile che ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo delle linee guida. Le persone e le comunità più colpite dagli sforzi per il controllo alle droghe (per esempio chi coltiva o utilizza le droghe, le popolazioni indigene), gli organi che si occupano di diritti umani, ecc… hanno contribuito allo sviluppo e all’attuazione delle linee guida.
Cosa coprono queste linee guida? Prima di tutto una serie di diritti politici, economici, sociali e culturali e fanno vedere come vari aspetti delle politiche e delle norme per il controllo delle droghe hanno un impatto su questi diritti. Affrontano temi specifici come la salute, la giustizia penale e lo sviluppo e riguardano anche dei gruppi specifici: donne, minori, popolazioni indigene e persone private della libertà. Pensiamo ad esempio alle donne che fanno uso di stupefacenti, che fanno parte del traffico illegale o che dipendono dalle economie illegali e dagli stupefacenti, che affrontano forme di discriminazione rispetto agli uomini. La situazione è peggiore per le donne povere di popolazioni indigene e che fanno parte di minoranze etniche. In alcuni Paesi le donne incinta che fanno uso di stupefacenti possono essere detenute per tutto il periodo della gravidanza e sono spesso spinte ad abbandonare i figli. Inoltre, alcuni servizi per le tossicodipendenze non danno accesso ai bambini e questo esclude molte donne. Le linee guida riconoscono che questo è una minaccia per il diritto per l’accesso alle cure, il diritto a una vita familiare, il diritto a non essere soggetti a detenzione o a tortura o altri trattamenti disumani e degradanti.
Questi non sono gli unici gruppi che hanno problemi di diritti umani rispetto alle politiche sulle droghe, ma sono sottolineati con particolare attenzione perché ci sono norme più sviluppate che riguardano i loro diritti umani rispetto alle politiche sulle droghe. Molti altri gruppi subiscono un danno sproporzionato dalle disuguaglianze, dalle forme intersezionali e di discriminazione, per motivi di razza, di provenienza etnica, di nazionalità, di disabilità, ecc . . . Le linee guida si applicano anche a questi gruppi. Le linee guida ci dicono, o chiariscono, come gli Stati possono rispettare gli obblighi sui diritti umani tenendo di conto degli obblighi che gli Stati hanno in funzione delle Convenzioni internazionali sulle droghe. Inoltre, affrontano gli obblighi positivi degli Stati di prendere misure attive per garantire i diritti umani e gli obblighi negativi di evitare azioni che violino i diritti umani.
Queste linee guida non inventano nuovi diritti, applicano il diritto sui diritti umani per massimizzare la tutela dei diritti umani. Le linee guida in sé non sono vincolanti e dipendono ovviamente dalle giurisdizioni. L’idea è quella di rafforzare la tutela che devono dare anche in funzione dell’interpretazione dell’attuazione delle convenzioni sul controllo degli stupefacenti. Sappiamo che è sempre molto difficile rendere vincolanti queste linee guida. Sono le fonti delle linee guida che sono vincolanti o che derivano da soft law autorevoli. Ovviamente la situazione dipende dalle giurisdizioni, perché nessun documento può affrontare tutte le differenze. Ed è qui che la competenza della società civile entra in gioco per utilizzare le linee guida, per capire velocemente quali diritti umani sono interessati da una data questione. Un’altra intenzione è quella di utilizzare le linee guida per realizzare questi diritti e richiedere delle riforme che ne garantiscano la realizzazione. Quindi le linee guida definiscono degli standard universali sui diritti umani nel contesto delle politiche sugli stupefacenti prendendo i diritti come punto di partenza.
Negli ultimi 15 anni si è sviluppato un corpus normativo sostanziale che afferma chiaramente che levare le droghe a chi ne ha bisogno ai fini terapeutici è una forma di tortura. Le linee guida quindi affrontano delle questioni importanti di accesso come, ad esempio, quello ai servizi per le dipendenze e il controllo del dolore. Gli Stati dovrebbero garantire accesso alle medicine essenziali per trattare le dipendenze, per trattare il dolore, per le cure palliative (ad esempio il metadone come terapia sostitutiva o la morfina per il dolore). Inoltre, gli Stati devono garantire accesso alla riduzione del dolore, del danno, e al trattamento delle dipendenze anche nei luoghi di detenzione o nei loro equivalenti nella comunità e monitorare le prassi di trattamento delle dipendenze.
Le linee guida riconoscono le potenziali tensioni fra il controllo degli stupefacenti e gli obblighi relativi ai diritti umani e sono disponibili in portoghese, russo, spagnolo e stiamo per pubblicare dei commenti che citano le fonti, che saranno disponibili su un sito web interattivo www.humanrights-drugpolicy.org.
Ultimo punto che vorrei sottolineare: le linee guida sono un pezzo di carta, la cosa importante è che siano utilizzate. Dal loro lancio nel 2019 sono state usate come riferimento in tribunale e anche come strumento per formare giudici, procuratori, pubblici ministeri e avvocati della difesa che si occupano proprio di diritti umani e politiche relative agli stupefacenti. Nel 2019 la Corte Costituzionale in Colombia ha utilizzato le linee guida due volte per interpretare dei casi. Prima di tutto per chiarire l’obbligo dello Stato di rispettare i diritti delle persone che fanno consumo di droga di consumarla negli spazi pubblici. Inoltre, la Corte si è riferita alle linee guida per l’obbligo dello Stato di garantire delle politiche basate sulle evidenze per garantire il diritto alla salute dei consumatori di droga. Inoltre, la Corte si è riferita alle linee guida ordinando delle condizioni restrittive sull’uso del glifosato per eradicare le colture ed è anche intervenuta sulla fumigazione che è stata sospesa per motivi di salute delle popolazioni. Tutto questo riflette il lavoro portato avanti dagli attivisti per i diritti umani e le politiche sugli stupefacenti in Colombia che hanno lavorato con le comunità rurali e la riduzione del danno.
Note
Gli interventi di Martin Jelsma, Francisco Thoumi e Rebecca Schleifer sono stati pronunciati durante il webinar promosso il 30 marzo 2021 da A Buon Diritto, Antigone, Arci, CGIL, CILD, CNCA, Comunità di San Benedetto al Porto, Encod, Forum Droghe, ITANPUD, Itardd, l’Altro Diritto, la Società della Ragione, Legacoopsociali, Legalizziamo, Associazione Luca Coscioni, LILA, Meglio Legale, Science for Democracy proprio in occasione del 60esimo anniversario dell’adozione della Convenzione Singola sulle droghe narcotiche e psicotrope del 1961.
Si ringrazia Elisabetta Carraro per le trascrizioni. Le traduzioni e le revisioni di Marco Perduca non sono state condivise con gli autori.
Gli interventi originali di tutto il webinar del 30 marzo possono essere ascoltati sul sito di Fuoriluogo: https://fuoriluogo.it/epicfail.