ROMA – Il rapporto tra giovani e tecnologia è forse il più più interessante fenomeno sociologico del nuovo millennio, meltin’ pot tra i misteri dell’adolescenza e le infinite possibilità del web. Ma anche i rapporti più oliati nascondono insidie, e in questo caso la spina nel fianco si chiama insonnia. Secondo studi recenti a decurtare le sette ore di sonno consigliate da ogni medico sono pc, tv, telefonini e play station, che interferiscono con la secrezione endogena di melatonina, l’ormone che regolarizza il sonno. “In Italia circa il 45% dei ragazzi al di sotto dei 20 anni dorme in media 4 o 5 ore a notte, il 25% ne dorme appena 6 e solo il 10% riposa abbastanza e con regolarità”, spiega il neurologo Luigi Ferini Strambi, docente psicologia generale presso l’università “Vita e salute” del San Raffaele di Milano.
Queste percentuali sono lo specchio di una situazione diffusa in tutto il mondo. Paesi come la Francia stanno già affrontando il problema: l’Unione nazionale delle associazioni familiari e l’Accademia di Parigi hanno diffuso gratuitamente a famiglie, insegnanti e personale della sanità un dvd interattivo che mostra come la luce dello schermo blocchi la secrezione di malatonina. Circa il 14% degli adolescenti francesi ha difficoltà ad addormentarsi oppure si sveglia in piena notte, mentre negli Usa la percentuale sale al 25%. Un dato da mettere in relazione con la capacità di apprendimento: proprio qualche mese fa la National sleep foundation americana ha diffuso una ricerca che dimostra come il rendimento scolastico dei ragazzi che dormono almeno 7 ore a notte sia di gran lunga superiore a quello di coloro che ne dormono 5.
“Spesso i ragazzi mi chiedono farmaci per stare svegli più a lungo di notte e studiare – continua Ferini Strambi – ma il sonno consolida la memoria e consente di trattenere le informazioni, quindi il modo migliore per affrontare un’interrogazione è fare una bella dormita”.
Altro grosso problema, sottolinea il neurologo, è la privazione del sonno volontaria. Stare svegli fino alle due di notte a caccia di curiosità su internet o in chat è un tentazione che fa scorrere le ore davanti al pc a velocità sorprendente. “In quel 45% dobbiamo considerare anche quei ragazzi che, al di là degli stravolgimenti biologici interni, non dormono perché non ce la fanno a staccarsi dal computer prima che sia notte fonda”, conclude l’esperto.
L’albero della new technology nel giro di pochi anni ha prodotto frutti straordinari ma anche tossici. Malattie come la Iad (Internet addiction disorder) o “l’insonnia da pc” fanno ormai parte della letteratura psichiatrica e colpiscono fin dalla tenera età. “Se si includono anche i problemi transitori – spiega il neurologo Raffaele Manni, responsabile dell’unità di medicina del sonno dell’IRCCS “Fondazione C. Mondino” di Pavia – si calcola che ormai circa il 30% della popolazione italiana non riesca a dormire bene. Tra gli adulti la percentuale di insonnia persistente si aggira intorno al 10-13%”.
Esistono comunque vai tipi di disturbi, dalla narcolessia (consiste in un eccesso di sonno) alla sleep apnea ostruttiva, della quale soffrono circa il 5% degli uomini e il 2% delle donne. Si tratta di una patologia della mezza età che spesso colpisce anche gli adolescenti, specie se in sovrappeso e con ipertrofia adeno-tonsillare. “Spesso i ragazzi soffrono di sonnambulismo – continua Manni – che si manifesta nella prima infanzia e poi passa con la crescita. Tutti questi problemi comunque regrediscono tornando a uno stile di vita più regolare, senza bisogno di farmaci”.
Ottima cosa sarebbe dunque spegnere il pc alle 23 e non lasciare acceso il telefonino di notte, rientrare a casa prima e ridurre il consumo di alcol e fumo. Insomma evitare di sballare completamente il famoso “gene clock”, ovvero l’orologio biologico (sfasatura che porta alla cosiddetta “sindrome della posticipazione di fase”). Vero è, come ogni medico riconosce, che tutti abbiamo un “cronotipo”, vale a dire un rapporto col sonno basato sulle nostre personali attitudini, che ci distingue universalmente tra “gufi” e “allodole”. Se un adolescente si addormenta tardi può darsi dunque che sia colpa del computer, del cellulare e della pubertà. Ma dentro di lui potrebbe annidarsi, più semplicemente, un gufo con un ritmo biologico tutto suo.