PALERMO – Un bimbo di otto anni costretto a vendere la droga. La prova nelle immagini riprese dalle telecamere piazzate dai carabinieri che fissano il nipotino del capo dell’organizzazione ‘a conduzione familiare’ che gestiva il vasto traffico di stupefacenti e alimentava lo spaccio tra Palermo, Bagheria e Casteldaccia.
I militari del comando provinciale, nell’ambito dell’operazione “Pater familias”, hanno arrestato nove persone e denunciato altre sei su richiesta della procura di Termini Imerese e della procura per i minorenni di Palermo.
A capo dell’organizzazione c’era un pregiudicato di Casteldaccia che aveva coinvolto, da qui il nome dell’operazione, figli, genero e nipoti. Si tratta di Ignazio Di Paola, morto per cause naturali il 17 luglio 2008. Per gli investigatori l’uomo, insieme a moglie, figli e genero, aveva avviato un’articolata organizzazione per lo spaccio di hashish e cocaina, la cui vendita avveniva presso la propria abitazione e in una sala giochi a Casteldaccia.
Spesso le dosi venivano cedute attraverso le finestre del piano terra dell’abitazione. Ignazio Di Paola per l’accusa aveva il compito di tagliare e confezionare l’hashish. La moglie e la figlia, tenevano la cassa. Lo spaccio in strada veniva affidato a minorenni, i quali reclutavano e addestravano altri giovani del luogo che, attratti dal facile guadagno, si trasformavano anche in pony-express della droga per consegne a domicilio.
E in questo contesto che il capo dell’organizzazione ha impiegato nello spaccio anche un nipotino di 8 anni.
Del traffico di cocaina si interessava, invece il genero di Ignazio Di Paola, procurandosi la droga negli ambienti criminali di Palermo e sfruttando per lo spaccio il capillare canale di distribuzione avviato dalla famiglia.