Nel Po la concentrazione di droghe è giunta ad un punto tale che oggi Hera controlla pure la presenza di tracce di sostanze stupefacenti negli impianti del ferrarese. Lo spiega l’amministratore delegato della multiutility, Maurizio Chiarini, alla tavola rotonda promossa da Accda-Coop sul tema”Acqua di casa mia: per un consumo consapevole e sostenibile”. Tra i tanti controlli sull’acqua che fa Hera, circa 450.000 analisi all’anno e 1.200 controlli al giorno, c’è dunque anche quello sulla concentrazione delle sostanze stupefacenti, una”dimostrazione che anche i tipi di controlli vanno aggiornati”.
L’azienda, aggiunge poi Chiarini,”sa tutto sulla qualità delle sue acque, territorio per territorio”. Il tipo di controllo e di trattamento che viene fatto sulle acque ne determina i costi, perchè”ogni fonte di approvvigionamento ha una qualità diversa: il Po è diverso da Ridracoli”. Hera da tempo conduce una campagna sulla trasparenza riguardo alla qualità”e possiamo dire che la nostra acqua è sana, dato che ha valori 10-15 volte inferiori ai limiti posti per legge”. Dunque, visti gli investimenti, quando si alzano le tariffe del 3% o 4%”le polemiche sono assurde”, prosegue l’ad, ed ecco perchè”1,5 euro a metro cubo è non tanto”.
Inoltre, la dispersione nelle reti in realtà negli impianti gestiti da Hera”è la più bassa a livello nazionale, tra le più basse d’Europa”, cosa che accade perchè Hera ha degli obiettivi annuali per controlli e manutenzioni che hanno un costo.