Il consiglio di amministrazione della Rai ha “chiesto” a Raidue di spostare il telefilm “Weeds” -attualmente in onda alle 22,40 del venerdi’ con oltre un milione di telespettatori- al martedi’ in terza serata. ll cda ritiene non idonea la messa in onda di questo telefilm per immagini e contenuto per le reti del servizio pubblico. “Weeds”, serie tv americana a meta’ tra commedia e noir, e’ ambientata in un’immaginaria periferia della California, in cui la maggior parte degli abitanti sono coinvolti nello spaccio e nel consumo di cannabis: da cui il titolo “weeds” (erba), che sia in inglese che in italiano gergalmente indica la marjuana. (1)
A parte che potevano accorgersene prima, visto il titolo molto esplicito del telefilm, probabilmente il cda sta cercando di ingraziarsi il Governo con una sorta di nuovo corso in sintonia col sottosegretario alle droghe alla presidenza del Consiglio, incurante del fatto che da quando l’on Carlo Giovanardi ha questa delega, il fenomeno che doveva essere combattuto e’ aumentato e diventato piu’ drammatico (2).
Eppure il cda e’ espressione essenzialmente del Parlamento e non del Governo (la maggior parte dei membri sono nominati dalla commissione parlamentare di vigilanza… parlamentare, non governativa…)…. ma tant’e’, chi e’ piu’ in grado di distinguere tra potere legislativo e potere esecutivo? Figuriamoci in un organismo di controllo che dovrebbe sovrintendere alle politiche di una Rai il cui cda e’ nominato da lui medesimo….
Un doppio plauso al cda della Rai:
- bacchettone per la censura (che di per se’ e’ sempre stupida e dannosa) che nello specifico non serve a nulla: Weeds e’ una fiction che, sull'”erba”, mostra cio’ che accade in tante le famiglie e in tutte le strade di tutte le citta’ del mondo;
- dannoso per l’economia della “propria” azienda: un milione di telespettatori alle 22,40 su Raidue… numeri su cui “metterci la firma”.
Riccardo Villari o Sergio Zavoli che sia (uno dei due nelle prossime ore sara’ confermato presidente della commissione parlamentare di vigilanza), facciamo appello al ruolo istituzionale di controllo della commissione e vi chiediamo se la censura sia idonea ad un servizio pubblico di informazione.