Gli artificieri della Polizia hanno fatto brillare, in una cava sopra le alture di Genova, i 64 candelotti di gelatina esplosiva da cava tipo 2B, ritrovati in serata nello zainetto abbandonato con altri bagagli non ritirati nei depositi della stazione. Lo zainetto, come di consuetudine, era poi stato donato dalle Ferrovie alla comunità di San Benedetto al Porto, di don Andrea Gallo.
Il questore di Genova, Salvatore Presenti, allarmato telefonicamente dallo stesso Don Gallo, ha predisposto immediatamente “indaghiamo a 360 gradi, sia negli ambienti della criminalità comune sia negli ambienti eversivi”
Gli addetti della comunità, aprendo i bagagli ricevuti in dono avevano rinvenuto il materiale esplosivo nello zainetto, per un peso complessivo di dodici chili, suddivisi in quattro involucri sigillati con del nastro adesivo. Non erano innescati, ma c’erano anche dei detonatori.
Per tre mesi è rimasto appoggiato su uno scaffale dell´ufficio oggetti smarriti all´interno dello scalo ferroviario di Principe.
Il rinvenimento dell´ordigno ha messo in moto la macchina di polizia giudiziaria per la ricostruzione dell´evento e la distruzione dell´ordigno. Nei locali della comunità genovese per il recupero dei tossicodipendenti si sono avvicendati personale dell´ufficio prevenzione generale della questura, artificieri e Digos.
La ricostruzione, effettuata in modo per ora ufficioso, sembra tuttavia inverosimile: lo zaino sarebbe stato trovato all´interno della stazione e quindi sarebbe stato consegnato all´ufficio oggetti smarriti che, a quanto pare, non controlla quello che contengono i pacchi. Nessuno ne avrebbe controllato il contenuto, fino alla sua destinazione alla comunità di San Benedetto al porto.
La Digos ha spiegato che il materiale era piuttosto deteriorato, “trasudava” e non ha escluso che per questo sarebbe potuto anche esplodere. Per ora gli investigatori non sbilanciano e indagano in tutte le direzioni. Probabile che sia stato abbandonato da qualcuno che ha dovuto cambiare piano.