Il ministro ombra Giovanardi paventa che con la spending review sia abolito il Dipartimento antidroga e sia rimandato a casa il suo protetto Serpelloni. Se mai ce ne fosse stato bisogno, le parole di Giovanardi confermano che la continuità nella direzione del Dipartimento è in relazione al continuismo delle politiche berlusconiane e al mantenimento di un centro di potere del centrodestra.
Quanto al lavoro di approfondimento sulla relazione al parlamento che il ministero di Riccardi sta facendo, ci sembra utile e doveroso. Si eviterà così lo scempio di presentare dati senza alcuna solidità scientifica, solo strumentalmente utili a sostenere le politiche di Giovanardi (come nella indagine sui consumi nella popolazione generale nella relazione 2010, in cui si fece un confronto arbitrario con dati precedenti raccolti con metodologie differenti, per sostenere un calo dei consumi di cannabis life time del 25%!) Ci auguriamo che il lavoro di analisi vada in profondità, soprattutto per controllare l’uso delle risorse che è stato fatto dal Dipartimento in questi anni.
Le vanterie del comunicato sono aria fritta e non vale la pena replicare se non per dire che in maniera pervicace si continua a demonizzare la politica di riduzione del danno identificata come la cronicizzazione delle “vittime da curare” e si insiste nel volere incarcerare i detentori di sostanze illecite (meglio se canapa) considerati criminali.
Nel mondo non si guarda certo al modello italiano, checché ne pensi il deposto zar nostrano!
l’Iconoclasta
“Vogliamo lanciare un allarme, sia per il fatto che la Relazione al Parlamento sulle droghe non e’ stata ancora presentata nonostante la scadenza sia il 30 giugno, sia per le voci che circolano di una eventuale soppressione del Dipartimento antidroga cosi’ com’e’, per farlo passare sotto il Ministero della salute”: cosi’ il senatore del Pdl Carlo Giovanardi spiega le motivazioni di una mozione presentata oggi, di cui e’ firmatario insieme a Maurizio Gasparri, che impegna il Governo a “sostenere con forza la linea di contrasto alle tossicodipendenze portata avanti dal Dipartimento”.
“E’ il Parlamento che puo’ decidere di cambiare la linea in materia di politiche antidroga, non certo un Governo tecnico” precisa Giovanardi, che a proposito del “ritardo” nella presentazione della Relazione annuale al Parlamento (ma la legge non considera perentoria la scadenza del 30 giugno, ndr) accenna a “pressioni degli antiproibizionisti” sul ministro competente, Andrea Riccardi. “Non vorrei – aggiunge l’ex titolare delle politiche antidroga nel Governo Berlusconi – che il ritardo fosse dovuto a una guerra al Dipartimento”.
Nella mozione si ricorda che il Dipartimento antidroga “ha perseguito in questi anni una politica di contrasto alle tossicodipendenze fondata su tre capisaldi fondamentali”: l’informazione e la prevenzione, soprattutto nei confronti dei giovani; il recupero di coloro che vogliono sottoporsi a percorsi di disintossicazione “rifiutando quelle forme di intervento tendenti non al pieno recupero del soggetto ma alla sua cronicizzazione”; la “netta distinzione fra il consumatore di sostanze, considerato una vittima da curare e gli spacciatori, da colpire con sanzioni penali”. Questi principi, si sostiene nella mozione, “sono stati recepiti dalla comunita’ internazionale che guarda al nostro Paese come modello da imitare”. “Per la prima volta dopo decenni – si legge ancora – attraverso queste politiche si e’ arrivati a un calo dell’uso di sostanze in Italia”.