Numero 24 – Febbraio 2020
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A cura di Francesco Crestani
Associazione Cannabis Terapeutica
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Canapa indiana nel cancro
Questo studio, eseguito in India, ha preso in considerazione un preparato ayurvedico a basi di cannabis, chiamato Jala-Prakshalana. Le capsule, contenenti polvere di foglie, è stato somministrato a 24 pazienti con cancro, in dose di 250 mg per tre volte al dì. I pazienti hanno avuto riduzione del dolore, dell’ansia e della depressione senza effetti collaterali maggiori e senza sintomi di dipendenza.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=management+chronic+pain+tavhare
Convulsioni da glioma
Gli autori descrivono il caso di una giovane donna affetta da glioma, una forma di tumore cerebrale, che presentava convulsioni refrattarie alle terapie. Le fu somministrato CBD con significativi benefici.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31848037
Un’altra patologia trattabile: la fibrosi peritoneale
La fibrosi peritoneale è una malattia autoimmune che investe il retroperitoneo, cioè la zona posteriore alla cavità addominale. Si caratterizza per la formazione di un tessuto fibroso infiammatorio, che provoca un dolore sordo costante. Autori italiani descrivono il caso di una donna di 47 anni con dolore pelvico ricorrente irradiato alle gambe, dolori articolari diffusi e cefalea. Trattata dapprima chirurgicamente e con cortisone, poi con una particolare stimolazione (PENS) che dava riduzione del dolore. Inoltre veniva prescritto un oppiaceo (tapentadolo) e cannabis orale, dapprima Bedrocam 90 mg al giorno, poi Bediol 120 mg a causa degli effetti collaterali del Bedrocan. La terapia riduceva ulteriormente il dolore.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6944454/
Insonnia nel dolore cronico
In Israele sono state studiate 128 persone con una età media di 50 anni, sofferenti di dolore cronico. Le conclusioni sono che la cannabis medica può avere un effetto complessivamente positivo sul mantenimento del sonno durante la notte nei pazienti con dolore cronico. Allo stesso tempo, con un uso frequente si può indurre tolleranza.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=snztman+meiri
Mal di schiena
In certi casi il mal di schiena è così grave da necessitare di oppiacei.Uno studio osservazionale ha riguardato 180 pazienti, dei quali sessantuno facevano uso di oppiacei. E’ stata somministrata cannabis, che si è dimostrata in grado di essere alternativa agli oppiacei in più di metà dei pazienti, mentre in altri ha permesso di ridurne la dose.
https://www.liebertpub.com/doi/full/10.1089/can.2019.0039
Il CBD dà assuefazione?
Per rispondere a questa domanda, a 30 volontari è stato somministrato per un mese l’Epidiolex, farmaco a base di CBD, alla dose di 750 mg due volte al dì. Successivamente a metà dei partecipanti è stato somministrata la stessa dose di CBD puro e all’altra metà placebo. Non c’è stata alcuna evidenza di sintomi di astinenza.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/32036242
Ancora lo stomaco che non si svuota
Già nel dicembre scorso avevamo riportato uno studio sulla gastroparesi, cioè quel disturbo che comporta un aumento dei tempi di svuotamento dello stomaco. In questo nuovo studio 24 pazienti sono stati trattati con cannabis o dronabinolo (THC sintetico). Ambedue i tipi di cannabinoide riducevano i sintomi. Gli autori concludono: “I cannabinoidi migliorano notevolmente i sintomi della gastroparesi. Inoltre, un miglioramento del dolore addominale con cannabinoidi rappresenta una svolta per il trattamento del dolore addominale associato alla gastroparesi, per il quale attualmente non esistono terapie convalidate.”
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6970440/