La notizia della nuova ordinanza del Comune di Milano che stabilisce una multa di 450 euro (che diventano 500 se non pagata entro 5 giorni) per i minori di 16 anni sorpresi a bere alcolici, mi fa pensare ad un volumetto trovato in una libreria antiquaria qualche tempo fa. Si tratta di Brevi Discorsetti ai Soldati di Giacomo Dalla Vecchia, dedicato ai Regi Cappellani dell’Esercito Italiano, e pubblicato nel 1915 a pochi mesi dall’entrata dell’Italia nel primo conflitto mondiale; in esso è possibile rintracciare affermazioni utili a sostenere le tesi di chi esprime contrarietà al dispositivo “multa” voluto dal sindaco Moratti. L’autore, già nei primi anni del secolo scorso, dopo aver tracciato un quadro sui danni fisici e morali dell’alcolismo, ne affronta le cause ed infine i rimedi: e qui il primo elemento di modernità, ovvero l’articolazione dei rimedi in mezzi individuali e mezzi sociali, articolazione che appare assente nel provvedimento milanese, pensato solo come mezzo individuale teso a penalizzare i minori e le loro famiglie. Il primo dei mezzi sociali individuato nel volumetto del 1915 è la legislazione sulla vendita, sull’orario e il numero degli spacci: più o meno quanto viene proposto, come novità, da buona parte dei sindaci, i quali sembrano invece ignorare che la vera novità con la quale si dovrebbe fare i conti è che, a differenza del 1915, la conoscenza e l’accesso ai consumi alcolici oggi viene veicolata con grande efficacia dalla pubblicità. E cosa dice la nostra legislazione in merito? L’articolo 13, Capo III della Legge Quadro in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati del 2001, al comma 2, vieta la pubblicità di alcol e superalcol “all’interno di programmi rivolti ai minori e nei quindici minuti precedenti e successivi alla trasmissione degli stessi”; al comma 3 vieta la pubblicità diretta o indiretta nei luoghi “frequentati prevalentemente dai minori di 18 anni di età”; nei successivi commi si vieta la pubblicità sulla stampa destinata ai minori e nei cinema quando sono in programmazione film destinati ai più giovani. Incredibile. Siamo fermi alla tv dei ragazzi, al Corriere dei Piccoli, a Carosello. Qualcuno dovrà avvisare il legislatore che nel mondo della parabola e del digitale i minori non accedono solo ai programmi e ai luoghi ad essi destinati, e che nelle diete mediatiche dei nostri adolescenti trionfa il web, mai citato nella Legge Quadro: provate a vedere i siti dedicati al fenomeno dello spritz (www.spritz.it, per fare un esempio) e i relativi blog, osservate i banner che pubblicizzano aperitivi e liquori vanto della produzione nazionale, e comprenderete quanto le disposizioni della Legge Quadro siano a dir poco parziali. Tornando a “Brevi Discorsetti ai Soldati”, il secondo dei mezzi sociali individuato dall’autore come rimedio è l’educazione; e per quanto riguarda i mezzi individuali Dalla Vecchia scrive: “Le punizioni: multe, prigione ecc. non fanno niente o poco. Prevenire e curare più che punire”. Educazione, prevenzione: le proposte di un cappellano militare del 1915 rappresentano l’attività quotidiana delle molte unità di strada che, tra mille difficoltà e con sempre meno risorse, frequentano i luoghi del consumo di alcol, pub e discoteche, piazze, strade, portici. Conoscono i consumi e i consumatori, da anni offrono ai ragazzi informazioni, consulenze, la possibilità di sottoporsi all’alcoltest, raccolgono dati, rappresentano forse l’unica presenza adulta competente che gli adolescenti, anche milanesi, possono incontrare quando hanno un bicchiere in mano. Oltre a queste unità di strada, l’unica traccia della presenza delle istituzioni è veicolata dalle tabelle sugli effetti del consumo di alcol, tanto burocratiche quanto incomprensibili, che gli esercenti hanno l’obbligo di esporre. Come sono considerati dall’amministrazione Moratti questi progetti? Quale idea di ordine soggiace a questa lotteria all’incontrario chiamata multa, la quale per definizione è di natura casuale e occasionale? A quale idea di società educa una multa in denaro, indifferente per alcuni, drammatica per altri? Molti commentatori hanno parlato di ordinanza di buon senso. Una volta nella vita, preferisco il buon senso di un cappellano.
Articolo di Claudio Cippitelli
Ecco l’articolo di Claudio Cippitelli per la rubrica di fuoriluogo sul Manifesto del 29 luglio 2009.
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