Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi è stato il primo a congratularsi con Ghada Waly, “suo” ministro della solidarietà sociale, scelta dal segretario dell’Onu Antonio Guterres come direttore esecutivo dell’Ufficio dell’Onu sulla droga e il crimine di Vienna (UnoDc) succedendo ai nove anni di gestione del russo Yury Fedotov.
Per quanto la nomina sia nella disponibilità del segretario generale delle Nazioni Unite, la decisione finale deve tener conto di dinamiche diplomatiche, impegni economici e rappresentatività geografica. In primavera anche la Cina aveva avanzato la pretesa della direzione dell’Ufficio candidando Andy Tsang, ex-capo della polizia di Hong Kong noto per l’approccio law and order. Nel mese di giugno nei corridoi di Vienna girava anche il nome di Maria Assunta Accili che da tre anni reggeva la Rappresentanza permanente italiana presso le Nazioni unite in Austria. Tra i due (non) litiganti ha goduto la prima donna a cui spetterà guidare uno dei meno utili e lungimiranti uffici dell’Onu.
Secondo al-Sisi l’ex ministra si sarebbe guadagnata la posizione per «il suo impegno personale» e per «l’apprezzamento del mondo per l’Egitto». L’Onu ha invece sottolineato come la nuova direttrice porterà trent’anni di esperienza nel campo dello sviluppo sostenibile, riduzione della povertà, protezione sociale, ed emancipazione di donne e giovani.
La Waly è stata coordinatrice del Comitato interministeriale per la giustizia sociale, presidente del Centro nazionale per la ricerca sociale e criminologica e presidente del Consiglio esecutivo dei ministri degli affari sociali della Lega Araba.
Tutte qualità e incarichi collegati, o collegabili, alle politiche sulle droghe ma che difficilmente non risentiranno dell’approccio egiziano al problema.
L’ex-ministro è stata la responsabile principale della strategia nazionale antidroghe che, retate a parte, era strutturata in campagne di sensibilizzazione e prevenzione dell’uso delle sostanze tra i giovani con programmi “innovativi” per riabilitare e reintegrare persone con disturbi legati al consumo.
Si segnala in particolare una serie di spot contro la diffusione della droga con testimonial principale il giocatore di calcio Mohamed Salah. Oltre al campione altri 320 calciatori egiziani hanno girato il paese con lo slogan “sei più forte della droga” facendo, pare, quintuplicare il numero delle telefonate al numero che aiutava le persone con uso problematico.
Non si conoscono valutazioni indipendenti dell’iniziativa. L’ex Ministra ha conseguito un master in discipline umanistiche e una laurea in lingue presso la Colorado State University e parla correntemente arabo, inglese, francese e un po’ di spagnolo.
Si tratta di una figura che sulla carta ha conseguito risultati di “progresso” in un’area del mondo dove le donne molto raramente arrivano a dirigere ministeri e in un paese guidato col pugno di ferro da un Presidente che si appoggia sui militari per mantenere la sicurezza dello Stato – tra questi c’è anche il marito della Waly.
L’Organizzazione mondiale della sanità l’ha premiata come miglior ministro “non sanitario” per gli sforzi fatti per raggiungere obiettivi di sviluppo sostenibile, prevenire infezioni e miglioramento della salute pubblica.
Contrariamente a tutti i suoi predecessori è persona con incarichi di governo; che trent’anni d’amministrazione ed esperienze internazionali siano sufficienti a gestire le politiche dell’Onu su droga e crimine resta ancora tutto da dimostrare.
Anche perché, per quanto sicuramente popolare globalmente, il calcio ancora non appassiona le ragazze e nel mondo l’uso delle sostanze tra maschi e femmine si sta lentamente equiparando.
La questione droghe è legata ai diritti umani ed è difficile accettare un riconoscimento all’Egitto colpevole dell’omicidio di Giulio Regeni.