La preparazione dell’Assemblea Generale Onu sulle Droghe, prevista a New York nell’aprile 2016 (Ungass 2016) entra nella fase cruciale: sulla bozza base del documento di esito che dovrà essere approvato a New York, è già aperta la consultazione. Il profilo di Ungass 2016 – il processo di costruzione dell’evento, i contenuti, gli obiettivi – si deciderà in questi mesi. Ci auguriamo che l’Assemblea Onu non deluda le aspettative di cambiamento, segnando un punto di svolta rispetto ai rituali di Ungass 1998 e del successivo appuntamento del 2009, volti a riconfermare la continuità della “lotta alla droga” globale.
Va ricordato che Ungass 2016 è stata convocata con tre anni d’anticipo per una urgenza specifica, avanzata da alcuni paesi latino americani : Messico, Colombia e Guatemala. I quali, a partire dalla loro esperienza, hanno denunciato l’insostenibilità delle vecchie politiche. Dunque la mission di Ungass 2016 è sotto il segno della discontinuità, valutando le alternative possibili e aprendo un confronto vero sui cambiamenti già in atto in molti paesi: dalla decriminalizzazione del consumo e della coltivazione personale, alla legalizzazione della marijuana in alcuni stati del Nord America e in Uruguay, alle tante esperienze di Riduzione del danno.
Proprio la discontinuità rappresenta il punto più acuto di conflitto, in questa fase di elaborazione del documento da approvarsi a New York: non solo sui contenuti, ma anche sulle modalità- più o meno partecipate e inclusive- del processo di consultazione sul documento. Gli stati membri più conservatori, dalla Russia all’Iran, fanno resistenza al coinvolgimento di nuovi soggetti, mentre altri, dall’Olanda alla Svizzera, alla Colombia al Guatemala si battono perché possano dare il loro parere anche le organizzazioni della società civile e tutte le altre agenzie Onu coinvolte nella questione droga (da Unaids, a Oms a Undp). La contraddizione è in primis all’interno della machinery Onu, tutta orientata alla promozione della salute, dello sviluppo sociale e dei diritti umani, a differenza dell’agenzia specifica, significativamente intitolata “Droga e crimine”-.
E’ il momento per le Ong di intensificare l’iniziativa. Va in questo senso il documento redatto da un gruppo di associazioni europee – tra cui per l’Italia Forum Droghe – per segnalare alla Presidenza dell’Unione e ai singoli paesi europei (compresa ovviamente l’Italia) una serie di discriminanti per il documento di esito. Ricordando in premessa ai governanti che “la promozione della partecipazione e il coinvolgimento della società civile – dalle Ong, ai consumatori di droga, agli utenti dei servizi – nello sviluppo e nella implementazione delle politiche delle droghe, a livello nazionale e internazionale, rientra fra gli obiettivi della Strategia sulle droghe 2013-2020”, che l’Europa stessa si è data.
Il documento individua una serie di punti chiave nei settori strategici del rapporto fra droghe e salute, droghe e crimine, diritti umani e sviluppo alternativo. Tra questi spiccano: il riequilibrio delle risorse dalla repressione ai settori sociosanitari e alla riduzione del danno, l’abolizione della pena di morte, l’eliminazione di tutte le pratiche contrarie alla dignità umana, alla libertà e democrazia, il superamento dell’obiettivo delle coltivazioni alternative alle droghe illecite per affrontare più alla radice la povertà e l’esclusione sociale nei paesi produttori.
Infine l’appello affinché il documento abbandoni lo storico obiettivo di “eliminare l’offerta e la domanda di droga entro dieci anni”, pervicacemente ribadito da Ungass 1998 in poi: che, oltre ad essersi dimostrato irrealistico, ha avallato le strategie più virulente e dannose di guerra alla droga, sacrificando i diritti umani e la salute pubblica.
Il documento “Raccomandazioni all’Europa per il documento di esito di Ungass 2016” sul nostro sito.