Ci sorprendono le dichiarazioni del dottor Luciano Squillaci, presidente FICT, che ritiene la dicitura «PUD, Persone che Usano Droghe» pericolosa in quanto potenziale strumento di normalizzazione del consumo di droghe. Ci sorprende pure quando egli stesso si contraddice, sostenendo quanto il consumo sia ad oggi normalizzato. Eppure fa un errore: il consumo non è normalizzato perché la stragrande maggioranza delle persone che usano droghe sfugge ai servizi; il consumo di droghe è normalizzato perché ce lo dice la storia, e l’alterazione di coscienza è un’attività umana antica, primordiale e solo recentemente patologizzata in una visione miope e individualista. Il consumo è normalizzato perché avviene nello stesso momento in cui noi parliamo, è letteralmente la norma: e a niente servono queste prese di posizione rigide e bigotte, a niente serve un approccio così vetusto se non ad allontanare persone che usano dal sapere, dalla consapevolezza e dall’informazione; se non a mettere a repentaglio direttamente e indirettamente le nostre vite con leggi criminalizzanti e paradigmi ormai superati dalla comunità scientifica.
Se oggi la narrazione dominante e stereotipata ci vuole descrivere con altri epiteti patologizzanti, discriminanti, abominevoli, ci chiediamo come mai il dottor Squillaci non si sia interrogato sulla loro etimologica provenienza, sui loro fattivamente dannosi effetti. Ci chiediamo come mai non si sia reso conto di quanto possano essere, quelli sì, pericolosi. Ci chiediamo come non possa vedere quanto la guerra alla droga e il proibizionismo duro e puro siano inefficaci a livello di politiche sociali, siano dispendiose e quindi un vero e proprio ladrocinio dei soldi pubblici, siano disumane e patologizzanti e, in quanto tali, siano la vera causa profonda del motivo per cui oggi la maggior parte delle Persone che Usano Droghe rimangono, e rivendichiamo “per fortuna”, fuori dalla portata dei servizi e delle istituzioni. Quando, per motivi che riguardano e dovrebbero riguardare solo e solamente la salute alcuni di noi si rivolgono ai servizi, sempre come Persone dovremmo essere considerate e non con definizioni patologizzanti che escludono il nostro essere Persone dalla condizione problematica che possiamo vivere.
In quanto Persone che Usano Droghe rivendichiamo la scelta degli acronimi, delle locuzioni, con cui vogliamo essere riconosciute: rivendichiamo la scelta e la costruzione della nostra identità, e sicuramente non sarà il dottor Squillaci o chi per lui a poter parlare per noi. Perché è proprio questo ciò che sosteniamo: siamo Persone, Usiamo Droghe, abbiamo nomi, cognomi e biografie complesse, e facciamo altre mille cose insieme, come tutte le persone su questo mondo. Siamo Persone che Usano Droghe e abbiamo stili di consumo diversi, influenzati da infiniti avvenimenti e fattori diversi delle nostre vite. Siamo Persone, Usiamo Droghe e studiamo, lavoriamo, facciamo attivismo, combattiamo, cresciamo altre Persone, costruiamo mondi e comunità altre in cui la cultura del consumo consapevole e godibile esiste e è riproducibile senza giudizio, con empatia, con comprensione e umanità.
ITANPUD
NETWORK ITALIANO DELLE PERSONE CHE USANO DROGHE APS