La mia opinione è che in vista dell’assemblea di Forum Droghe del prossimo 13 giugno dobbiamo partire da tre amare considerazioni:
- Da circa 15 anni (e nonostante appelli, richieste e pressioni) assistiamo ad una totale assenza di risposte e di impegno della politica nel campo degli approcci ai consumi di sostanze.
- La riduzione brutale non è solo nel settore delle politiche e della politica; ma anche nelle agende delle priorità sociali e sanitarie.
- Tranne scarse eccezioni, i temi dei consumi, dei trend e degli interventi sono scomparsi dai media, di qualsiasi genere.
È curioso constatare che solo un disegnatore (di fumetti e di cartoni animati) come il celeberrimo Zerocalcare faccia esplicito riferimento all’esistenza di zone di spaccio (San Basilio, sulla Tiburtina a Roma), a consumatori di cannabis, di oppiacei, di cocaina. Quello che una volta consideravamo un’esigenza importante (“normalizzare l’eccessivo allarmismo e le risposte conseguenti), è divenuto a parer mio una criticità molto grande.
Altri scriveranno sull’esigenza acuta di un intervento legislativo riformatore (sono vigenti ancora pezzi della Fini-Giovanardi, nonostante la dichiarata incostituzionalità)
Io vorrei richiamare l’attenzione su quelle parti nel D.P.R. 309/90 che si occupa di interventi.
Perché è necessario.
In quella parte vi sono aspetti come le competenze delle Regioni e degli Enti Locali, le politiche di prevenzione, il disegno dei Servizi Pubblici, le norme che regolano gli Enti di Privato Accreditato.
È sotto gli occhi di tutti che il definanziamento della sanità abbia una sua particolare drammaticità nel territorio e nei Servizi Territoriali. Ancora più martoriate dagli approcci aziendalistici sono state le aree della Salute Mentale e delle cosiddette “Dipendenze Patologiche”.
Sarebbe opportuno ripensare radicalmente e drasticamente a tutta la faccenda, senza limitarsi ad “aggiungere” alle competenze di intervento sui consumi di sostanze anche gli interventi sulle dipendenze senza sostanze (una fra tutte, quelle da gioco d’azzardo)
Ma è indispensabile anche rilanciare duramente anche il dibattito scientifico, accademico e professionale sui temi dei consumi. Lì dove hanno ancora enorme spazio, credito e finanziamenti le ipotesi del neurocentrismo, secondo le quali tutto nasce (nasce, in quanto considerato sempre e comunque primario) da problemi che hanno a che fare col funzionamento nel cervello (e non della mente).
Così come considero molto importante l’attenzione che deve essere posta ad una politica di ricerca altra e diversa da quella collegata con il neurocentrismo o con la “ricerca di base” su ratti ed altri animali da laboratorio.
Le conoscenze aggiornate e diffuse sono quasi sempre la base di cambiamenti di paradigmi e di azioni.
Infine un’ultima riflessione sull’importanza da porre alle politiche internazionali, lì dove si assiste a risposte ai consumi che variano da quelle brutali e repressive di Filippine e Russia (per fare degli esempi), a quelle moderne e compassionevoli del Portogallo.
Mi auguro che i prossimi 25 anni di Forum Droghe siano anche all’insegna di queste priorità.