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Dopo il processo madre per omicidio colposo (quattro condanne in primo grado a 3 anni e mezzo) e quello per i depistaggi (3 condanne), è iniziato ufficialmente oggi l’Aldrovandi ter. Il processo vede imputato l’ispettore Paolo Marino, all’epoca dei fatti dirigente delle Volanti, per omissioni d’atti d’ufficio.

Marino è già stato condannato a un anno sempre per omissione di atti d’ufficio, per aver omesso di informare dettagliatamente il pm di turno – Mariaemanuela Guerra, il magistrato allora titolare del caso – di quanto accaduto in via Ippodromo. A suo tempo, però, in fase di richiesta di rinvio a giudizio, il pm Nicola Proto aveva chiesto l’archiviazione per un altro fatto che sarebbe stato contestato originariamente all’ufficiale: sempre omissione d’atti d’ufficio, ma relativamente ai famosi brogliacci della questura, per non averli trasmessi alla procura. La richiesta del pm, però, non venne accolta dal gip Monica Bighetti, che ne dispose l’imputazione coatta.

Il suo difensore, l’avvocato Piersilvio Cipolotti del foro di Padova, ha chiesto oggi la modifica del capo di imputazione: da omissione in omessa denuncia. “Ho contestato la formulazione giuridica del capo contestato al mio cliente – spiega il penalista -, che secondo me configurerebbe una eventuale violazione ex 361”. Il gip Silvia Giorgi ha però respinto l’istanza, accogliendo invece la richiesta di chiamare a deporre per la difesa tre ufficiali delle questure di Rovigo e Venezia, riguardo alle cancellazioni nei brogliacci (la cui acquisizione è stata chiesta dal pm Nicola Proto) che secondo Cipollotti testimonierebbero come si tratti di procedure normali. Un altro teste sarà Marcello Bulgarelli, allora responsabile della centrale operativa, anch’egli condannato nell’Aldrovandi bis a dieci mesi per omissione e favoreggiamento.

In tribunale era assente Marino. C’era invece, nelle vesti di semplice spettatore, Lino Aldrovandi. “Continua il nostro percorso innaturale, durissimo – commenta il padre di Federico -, al quale non possiamo sottrarci, per restituire dignità a nostro figlio”. Un percorso che “avrà fine forse nel 2013, con il terzo grado di giudizio. E io andrò avanti fino a quando quei quattro che hanno procurato la morte di Federico non vestiranno più la divisa della Polizia”.

L’udienza è stata aggiornata al 16 marzo.