Aveva parlato di “divergenze concrete”. E aveva ragione. Sono state confermate le parole di Stefano Malaguti, il consulente del pm incaricato della perizia sul corpo di Federico Aldrovandi. Questa mattina è stato lo stesso Procuratore capo della Repubblica di Ferrara Severino Messina ad anticipare ai giornalisti accorsi in via Previati “una sintesi della consulenza medico-legale d’ufficio depositata martedì mattina”. Capovolta la versione fornita dai legali della famiglia Androvandi, che parlava di “asfissia posturale dovuta a compressione toracica protratta per una quindicina di minuti”. La causa avanzata dalla consulenza medico-legale d’ufficio, una novantina di pagine, parla di “una insufficienza miocardica contrattile acuta, sostenuta da una condizione di stress psicofisico, determinante massimale stimolazione simpatica, responsabile dell’incremento dell’attività cardiaca e quindi del suo fabbisogno di ossigeno, non adeguatamente supportato per l’indebolimento funzionale dei centri respiratori bulbari conseguente all’assunzione di eroina, ketamina ed alcool”. Lo stato fisico e mentale di Federico avrebbe quindi provocato una stimolazione eccessiva del cuore che, aumentando notevolmente i battiti, necessitava di maggior quantità di ossigeno. Questo non è stato possibile perché gli organi respiratori erano inibiti dal mix di psicofarmaci assunto alcune ore prima del decesso.
La perizia entra anche nel dettaglio delle sostanze stupefacenti assunte quella sera dal ragazzo: “la concentrazione di morfina nel sangue – si legge nel comunicato di Messina – (pari a 0.36 microgrammi per millilitro) non può, sulla base di un’ampia letteratura, essere ritenuta di basso livello, rappresentando viceversa uno stato significativo rientrante nel range dei valori di concentrazioni ematiche di morfina in soggetti venuti a morte in seguito ad assunzione di oppioidi (valori tra 0,1 e 2) per il suo effetto deprimente le funzioni respiratorie. In ogni caso i valori riscontrati non escludono affatto gli effetti psicodislettici e sistemici dello stupefacente a carico del sistema nervoso centrale e cardiovascolare. Lo stesso tasso alcolemico (gr. 0,4 g/l) ha rappresentato un valore comunque non trascurabile per l’associazione e l’interazione con le sostanze stupefacenti”. Il cuore e gli organi respiratori di Federico sarebbero quindi risultati inibiti, alterati, dalle sostanze presenti nel sangue.
La consulenza ha rilevato inoltre che sarebbe da “escludere con elevata probabilità che le lesioni tegumentarie rilevate in sede cranica e maxillo-facciale e lo stesso fenomeno emorragico osservato, possano avere rivestito ruolo causale rispetto all’evento morte”. Scartata anche l’ipotesi delle percosse (le lesioni al volto e alla nuca) che possono aver procurato il decesso, la perizia smonta anche la versione dello schiacciamento toracico: “il mancato riscontro di lesività traumatiche a carico del tessuto cutaneo, sottocutaneo, muscolare ed osseo a livello toracico appare poco suggestivo di una valida ed importante compressione applicata alla gabbia toracica, osservando che nelle forme classiche di immobilizzazione del mantice respiratorio la compressione risulta comunque tale da produrre protrusione dei globi oculari, turgore delle labbra e del volto, fenomeni assenti nel caso di specie”. Rilevate anche “l’assenza di lesioni traumatiche a carico di altri distretti anatomici quali collo ed orifizi respiratori esterni”.
Questa dunque la sintesi fornita delle conclusioni che Messina ha voluto anticipare, spinto “dal clima pesantissimo – afferma egli stesso – che si è creato in città. Abbiamo ritenuto di dare notizie pubbliche alla stampa che si è occupata del caso, che fino ad oggi ha sentito una sola campana. La campana istituzionale non ha suonato perché non aveva ancora motivi per farlo. Dopo una prima lettura delle perizie medico-legali dei periti del pm, abbiamo ritenuto opportuno diffondere questo comunicato. Sono stato accusato di coprire la polizia, è stato detto che alcuni teste erano stati intimiditi, sono comparse in città scritte del tenore “Polizia assassina”. Ormai c’è un processo in corso, quello che si fa per strada e per il quale la sentenza sembra sia già stata scritta”. Il Procuratore tiene a precisare che questa perizia sarà confrontata con quella fornita dai consulenti dei legali degli Aldrovandi e “se dopo la comparazione rimarranno elementi dubbi – aggiunge Messina -, ci avvarremo di altre consulenze”. Mentre sono in corso ulteriori indagini tossicologiche finalizzate alla ricerca di altre eventuali sostanze stupefacenti, i cui risultati verranno acquisiti entro i primi di marzo, il pm preferisce non rilasciare ulteriori dichiarazioni, ricordando che “le valutazioni giuridiche saranno fatte nelle opportune sedi e nei tempi idonei, speriamo i più brevi possibili, per trarne le conclusioni”.