‘Siamo mitragliati dalle querele dello Stato’: per Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi, il diciottenne morto a Ferrara durante un controllo di polizia il 25 settembre 2005 (quattro poliziotti sono stati condannati per la morte del ragazzo e altri tre per presunti depistaggi e omissioni), continua la stagione dei processi. Avrebbe voluto voltare pagina – spiega alla Nuova Ferrara – e tenere per se’ il proprio dolore dopo cinque anni d’inferno, ma l’11 febbraio si dovra’ presentare al Tribunale di Mantova per rispondere di diffamazione verso il magistrato che segui’ le prime indagini sulla morte del figlio, il pm Mariaemanuela Guerra. E riflette su questa nuova battaglia legale sullo stesso quotidiano che ne riporto’ le dichiarazioni e le critiche verso il pm Mariaemanuela Guerra: ‘Un giudice ha riconosciuto in una sentenza che senza la stampa e il blog non ci sarebbe stata la verita’ sulla morte di mio figlio. E’ un caso di giustizia negata, pero’, perche’ da una parte lo Stato offre denaro pubblico come risarcimento e nel contempo mi vuole togliere la parola, negando il diritto di una madre di dire la verita’. Un diritto civile che vale per tutti’.
Proprio di recente, ha spiegato Patrizia Moretti al giornale, un intermediario istituzionale le ha manifestato l’intenzione della pm Guerra – che l’ha piu’ volte chiamata in causa – di ritirare le querele e attuare una pacificazione. Ma poi e’ arrivato l’avviso del Tribunale a lei e ai giornalisti della Nuova Ferrara. A questo punto, afferma la donna, Guerra deve decidere: ‘Ha senso un accordo solo se lei ritira le querele con tutti. Io sono pronta a chiudere le ostilita’, altrimenti passo al contrattacco con il mio legale’. ‘Siamo mitragliati dalle querele dello Stato – spiega Patrizia Moretti – che da un lato offre una ricucitura con il risarcimento di due milioni di euro, una mossa dalla quale si percepisce la volonta’ chiara di chiudere una ferita aperta. Lo stesso questore e’ venuto a salutarmi in ufficio prima di andarsene. Dall’altra parte abbiamo pezzi dello Stato, in particolare una pm, che continua ad attaccarci. Sembra che ci sia una regia tesa a fare terra bruciata intorno a noi. Di recente abbiamo firmato una transazione per mettere una pietra sopra a tutte le cause civili. Ora pero’ c’e’ un nuovo accerchiamento per ottenere sentenze che in futuro potranno essere usate contro di noi’.
Patrizia Moretti vorrebbe porre alcune domande alle istituzioni: ‘mi piacerebbe parlare con il capo della Polizia Manganelli o direttamente con il ministro dell’Interno Maroni – spiega – perche’ questa situazione mi sembra sempre piu’ assurda. Lo Stato che mi porge la mano non puo’ lasciare che alcuni suoi pezzi poi mi mitraglino in tutti i modi per colpirmi. Siamo partiti con il malore di un ragazzo trovato morto per overdose, ma quando sono state rifatte le analisi la droga non c’era. E sul corpo di mio figlio hanno trovato 54 lesioni, circostanza confermata dal giudice Caruso nella sua sentenza’.