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ALLE COLLEGHE E AI COLLEGHI
DEI SER.T E DEL PRIVATO SOCIALE

LETTERA APERTA SULLE STANZE DEL CONSUMO

Care colleghe e cari colleghi,

dopo cinque anni, nuovamente il 9 ottobre, presso la IV Commissione municipale, alcuni di voi sono chiamati ad esprimere un parere tecnico su temi inerenti le politiche su droghe e dipendenze, sollevate da una recente mozione della maggioranza, tra cui anche la possibile sperimentazione a Torino di un nuovo servizio di riduzione del danno, le stanze del consumo. Più in generale, il parere di ognuno di voi, quale che sia la professione, è importante per la creazione di una cultura non ideologica, scientificamente fondata e pragmaticamente aperta all’innovazione, a fronte di un mondo dei consumi in continuo e cangiante movimento.
Come operatrici e operatori di diverse professionalità, impegnati da anni nel lavoro sulle dipendenze – alcuni di noi sin dalla nascita dei primi servizi a bassa soglia, negli anni ’90 – auspichiamo con forza un vostro impegno a favore di questa innovazione, augurandoci che, al contrario di quanto accaduto cinque anni fa, oggi sia possibile integrare il sistema dei servizi cittadini con le stanze del consumo, un servizio sanitario operante ormai in tutta Europa da oltre vent’anni. Le ragioni alla base di questa nostra richiesta sono le stesse che stanno da sempre alla base della nostra professionalità: prenderci cura nel miglior modo possibile di chi, in fase di consumo attivo, è esposto ai rischi correlati al consumo di sostanze illegali, per evitare che si traducano nei danni conclamati della morte, della malattia, dell’emarginazione sociale, dell’abbandono. Sapendo che molto spesso – troppo spesso – sono fattori di contesto ad aggravare la condizione di rischio. Tra questi, le condizioni di consumo, in modo particolare per chi sta in strada, giocano oggi un ruolo negativo determinante. I servizi a bassa soglia nella nostra città sono oggi un buon sistema di limitazione dei rischi e riduzione dei danni, con il limite – tra gli altri – di non aver potuto migliorare le condizioni di assunzione, specie per via iniettiva, nei contesti urbani più degradati, che sono quelli maggiormente frequentati dai consumatori più poveri, proprio coloro dei quali dovemmo prenderci maggiore cura. In un continuum di accoglienza, che va dall’unità di strada ai trattamenti farmacologici, alle comunità e alla riabilitazione, le stanze del consumo sono un servizio utile a proteggere la vita e la salute dei consumatori, in un rapporto mai di competizione ma al contrario di integrazione con gli altri servizi. Mission, obiettivi e risultati della stanze del consumo sono oggi del tutto evidenti: nel 2004 l’EMCDDA ha pubblico uno studio multicentrico che ne ha valutate 62 sulle 72 oggi operanti in Europa, senza contare gli studi canadesi e australiani. Ben più che nel 2002, la letteratura scientifica è oggi in grado di orientarci.
Torino vanta un sistema integrato di servizi sulle dipendenze, un buon sistema di servizi di riduzione del danno, una generazione di operatori di bassa soglia formata ed esperta, capace di gestire e verificare innovazioni operative e, al contempo, una numerosa popolazione di consumatori per via iniettiva che frequentano le strade e le piazze, a volte anche trovandosi loro malgrado al centro di momenti di conflitto con gli abitanti dei quartieri che ospitano la scena aperta del consumo: sono queste ragioni e precondizioni che ci fanno pensare che la nostra città sia un luogo dove le stanze del consumo abbiano senso, ragione e possibile consenso. Confortati dalla conoscenza del contesto locale e insieme dalla letteratura internazionale, confidiamo in una scelta coraggiosa.
E restiamo, come già eravamo cinque anni fa – ma oggi con anche più esperienza e conoscenza – in prima persona a disposizione di ogni serio, strutturato e condiviso progetto di sperimentazione.

COORDINAMENTO DEGLI OPERATORI DEI SERVIZI A BASSA SOGLIA DEL PIEMONTE
Torino, 8 ottobre 2007